Monsignor Petagna e l'“Elogio funebre di Ferdinando II Re delle Due Sicilie”
Il Vescovo Alfano, durante la presentazione del lavoro di Gianandrea de Antonellis, nel Museo Diocesano di Castellammare di Stabia: «Aspettiamo che mons Petagna venga fatto santo»
di Massimo Ellis
Sab 18 Gennaio 2020 09:51
CASTELLAMMARE DI STABIA. Monsignor Francesco Saverio Petagna, Vescovo di Castellammare di Stabia dal 1850 al 1878, fu una figura straordinaria, che lasciò un’impronta profonda nella città e merita di essere conosciuto dalle nuove generazioni. È quanto emerso alla presentazione dell’“Elogio funebre di Ferdinando II Re delle Due Sicilie”, scritto dal Vescovo e ripubblicato recentemente a cura di Gianandrea de Antonellis (Club di Autori Indipendenti, 2019). Il libro è stato presentato al Museo Diocesano di Castellammare di Stabia, con l’intervento di Mons. Francesco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, della Madre Generale delle Religiose dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, Suor Maricla Lapenta , e di Don Antonio Cioffi, del Capitolo della Cattedrale, introdotti dall’avvocato Umberto Amato. «Ci auguriamo che sia riconosciuto Santo - ha detto Mons. Alfano - ma ciò che conta è raccoglierne l’eredità». E l’eredità di Mons. Petagna, ordinato sacerdote a 23 anni e nominato Vescovo a 38 anni, animatore delle Congregazioni dello Spirito per l’istruzione religiosa degli studenti, sul modello delle Cappelle Serotine di S. Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore della Congregazione di Suore di Gesù e Maria, assistente per sei anni del Vescovo-Santo di Marsiglia Eugène de Mazenod, durante l’esilio in Francia, è un patrimonio di cultura, di carità e di spiritualità. Mons. Cioffi, che fece parte della commissione per l’avvio del processo di beatificazione del Vescovo di Castellammare (dichiarato Venerabile da Papa Benedetto XVI nel 2014), ha ricordato «la sensibilità sociale» di Mons. Petagna. «Fu un uomo di Dio che seppe vivere con discernimento un momento delicato della Storia, sempre nell’ interesse del suo popolo”», ha aggiunto Suor Maricla Lapenta. Mons. Petagna morì povero nel 1878, dopo aver impegnato tutti i suoi beni in opere di Carità, dopo aver ospitato a sue spese per 17 anni a Castellammare di Stabia Mélanie Calvat, una delle due veggenti delle apparizioni mariane di La Salette. Ma la sua cifra fu anche la cultura. Fondò a Napoli la rivista “La Scienza cattolica”, animò la formazione religiosa dei giovani, enumerò, nel suo “Elogio funebre di Ferdinando II di Borbone” i primati del Regno delle Due Sicilie e, al momento del cambiò di regime, si rifiutò di celebrare il Te Deum di ringraziamento per i garibaldini. Questo gli costò la vendetta dei liberali, che lo costrinsero all’ esilio in Francia e gli impedirono perfino di rientrare, nel 1864, per assistere le vittime dell’ epidemia di colera, rimandandolo a Civitavecchia. Ritornò a Castellammare due anni dopo, accolto in modo trionfale. Oggi uno slargo porta il suo nome in città ed una lapide sulla sua tomba lo ricorda in Cattedrale. Ma merita molto di più, ed il libro di de Antonellis, nato da un’ idea del prof. Luigi Esposito, è un passo in questa direzione.
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