Se il virus cambia il mondo
di Armida Parisi
Lun 28 Settembre 2020 20:20
Riprendono gli Incontri di geopolitica al Circolo Ufficiali della Marina. Appuntamento stasera alle 19, sulla terrazza di via Cesario Console 2, con due grandi firme della rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo: Dario Fabbri e Fabrizio Maronta. Al centro della riflessione i risvolti geopolitici della pandemia così come sono analizzati nel numero di “Limes” intitolato “Il mondo virato” e dedicato, in particolare, alle relazioni sempre più complicate fra Cina e Stati Uniti. L’incontro si propone di tracciare un bilancio dell’impatto prodotto dalla pandemia di Covid19 sugli equilibri strategici e geoeconomici globali. Ne parliamo con Andrea Di Raimondo, presidente del Club Limes di Napoli che organizza gli incontri insieme con il Cnr-Ismed e il Circolo Ufficiali della Marina Militare.
Cosa è il Club Limes?
«È un punto di aggregazione sulla geopolitica. Nel Nord Italia ce ne sono parecchi ma il club napoletano l’abbiamo fondato solo nel 2018, quando ero presidente del Circolo Ufficiali della Marina Militare, proprio perché mi ero accorto che in città mancava un momento di incontro intorno a questi temi. Mi è sembrata una carenza singolare per una città con tre università e un corpo consolare di ben 70 consoli. Così con Salvatore Capasso, direttore dell’Ismed e con il console Mariano Bruno abbiamo dato vita al club partenopeo di Limes».
Quando si tengono gli incontri?
«Gli incontri, sempre qui al Circolo, sono aperti alla città e prima del lockdown avvenivano con cadenza mensile. Adesso pensiamo di riprendere quest’abitudine. Soprattutto perché sono estremamente sitimolanti: ogni volta c’è un redattore della rivista che presenta il nuovo numero accanto a un ospite illustre. Abbiamo avuto Tria, quando era ministro dell’Economia; Amendola, da ministro per gli Affari Europei r l’ambasciatrice inglese Jill Morris, per dirne solo alcuni. E poi, Lucio Caracciolo, che sostiene molto il nostro progetto, è praticamente di casa».
I temi che affrontate sono sempre legati all’attualità?
«Sì perché la geopolitica si evolve nel tempo e dunque è attenta ai cambiamenti. Noi non ci siamo mai fermati. Durante il lockdown abbiamo avuto un interessantissimo incontro online con Carlo Cottarelli. Inoltre collaboriamo con le Università Parthenope e Federico II, i cui professori sono nel comitato scientifico del club. Questo è il nostro incontro della ripartenza e avviene nell’ambito della “Naples shipping week”, la settimana dedicata alla cultura e all’economia del mare, che si svolge a Napoli fino a sabato. Uno dei temi trattati sarà proprio quello del post-lockdown: è questo il motivo per cui presentiamo il numero di Limes che ne parla».
Quali scenari si aprono per il futuro?
«La geopolitica non è predittiva. Analizza conflitti di potere che avvengono in momenti e luoghi determinati, incrociando discipline diverse: dalla storia alla geografia, dall’antropologia all’economia. Studia casi specifici per i quali è necessario riflettere sui singoli soggetti in competizione che nel frattempo variano. È un ragionamento dinamico che non è limitato solo alle guerre ma anche alle dispute di carattere politico amministrativo. Se la geopolitica fosse predittiva ci eviteremmo tanti problemi».
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