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13 Luglio 2025 - 12:27
Se - approfittando del “Massimario della Cassazione” relativo al decreto sicurezza e immigrazione e la pronuncia della Consulta del 2 luglio 2025 sul testo unico delle disposizioni sulla disciplina dell'immigrazione i giudici continuano come stanno facendo da un po’ - a smontare, interpretandole “motu proprio” le leggi, per far dispetto al Governo che non gli piace, l'Italia rischia di diventare un Paese senza certezza di pena, ma anche senza certezza di legge. Dal momento, che queste potrebbero cambiare strada facendo. Un Paese, insomma, alla mercé deì giudici.
Che – vedi sentenza del 6 luglio della Corte di Appello di Cagliari favorevole ad un clandestino, espulso e in attesa del rimpatrio, ma liberato, nonostante le norme dettassero tutt'altro, per il l richiamo della Consulta di 4 giorni prima – non decidono più sulla base delle leggi, ma solo per provare a ritardare il trattenimento per l'espulsione e, magari, per fare la “linguaccia” a un governo tanto “cattivo” da voler fare la riforma della giustizia e separare le carriere. Di conseguenza, il primo da colpire è diventato immediatamente Nordio anima della riforma. Per cui, l'opposizione ne chiede le dimissioni, aggiungendo a quelle sulla qualità della riforma in itinere, menzogne sul caso Almasri.
Ma lui. mail informative alla mano, ha provveduto a smontarle: “le provano tutte per rallentarci e intimidirci per la riforma”, e Minniti ex ministro dem ne avvalora la tesi: “avrei fatto la stessa cosa” e “parlato subito di sicurezza nazionale”. A rischio di conseguenza, finirebbero non solo, i già non troppo solidi, rapporti fra toghe e politica, ma anche quelli fra gli stessi magistrati. Tant'è che Md ha accusato la Corte Costituzionale di essere stata troppo “molle” nei riguardi del governo. Con la sentenza n. 96 del 2025, a loro dire, pur contestando i metodi di trattenimento degli immigrati nei Cpr, anziché in un albergo a 5 stelle con vitto e alloggio a spese dello Stato, si è guardata bene dal definirne illegittime, infrequentabili e incostituzionali le strutture. Avrebbe preferito, secondo Md, la difesa degli “equilibri istituzionali” invece che quelli di “parte”.
Dimenticando di essere una componente del sindacato dell'ANM, mentre la Consulta è un'istituzione dello Stato che decide tenendo conto della legge e senza suggestioni ideologiche. Scoprendo, così, le proprie carte, e chiarendo – come per altro già noto di essere disposta a tutto pur di portare fino in fondo la propria battaglia antiriforma e antigoverno. Tant'è che con una nota di un giudice del tribunale di Torino, Natale sul giornale di Md, “”Questione di Giustizia” nella quale sottolinea che non basta come ha fatto la Consulta aver individuato il problema: l'inaccettabilità dei sistemi di trattenimento nei Cpr, ma anche. Risolverlo. Come? Provando ad intasare i tribunali con una manovra collettiva dei giudici ordinari che quando chiamati a convalidarli potrebbero rallentare le decisioni, ponendo ogni volta la questione di legittimità costituzionale, bloccando le convalide e usando poi l'attesa per mettere in difficoltà le istituzioni e costringere la Consulta “a riaffermare la legalità costituzionale, prendendo atto della rinuncia del legislatore ad esercitare le proprie responsabilità”.
Siamo, insomma, all'ennesima dimostrazione che quando si tratta di migranti pur di colpire il governo, le toghe rosse non guardano in faccia nessuno. A questo punto, però, finalmente un po' di luce, in fondo al tunnel comincia a vedersi. Proprio la Corte Costituzionale, infatti, tirata per la cappa d'ermellino, ha inferto un durissimo colpo all'ong Mediterranée responsabile della Ocean Wiking (e, per conseguenza a tutte le Ong) che, fermata dalla Guardia Costiera per violazione del decreto Piantedosi, si era rivolta alla Giudice brindisina Marra che a sua volta – dopo aver sospeso il fermo aveva espresso perplessità sulla legittimità costituzionale .del decreto, chiedendo alla Consulta di decretarne l'incostituzionalità. Ma, il giudice Pitruzzella, nominato nel 2023 da Mattarella ha dopo aver dichiarato una dietro l'altra l'infondatezza di tutte le questioni di legittimità costituzionale poste e smantellato, caso per caso, tutte le richieste avanzate – ha risposto “niet”.
E ha sentenziato l'assoluta costituzionalità del decreto. Per cui, da oggi in avanti, non sarà più così semplice sospendere sanzioni e fermi amministrativi. Non sono le Ong per i propri interessi e quelli dei trafficanti di esseri umani, a decretare la costituzionalità delle norme, ma i governi nazionali. Infine, saranno tre donne i giudici: Cialoni, Casari e la napoletana Cerulli. sorteggiati – come prevede una legge la legge costituzione del 1989 che decideranno sul caso Almasri e i vertici del governo. Giuro non vorrei essere nei loro panni. E non solo per ragioni d'incompetenza in materia, ma per il clima d'odio che si respira in giro, vedi, tanto pre fare l'esempio più recente: le manifestazione Pro Pal contro le sedi de “Il Giornale” e “Libero” e il rituale silenzio ipocrita della sinistra.
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