Il Consiglio dei Ministri sta discutendo la manovra di bilancio e si prevedono altre 18 settimane di CIG con relativo ulteriore blocco dei licenziamenti.

“Il sistema sarebbe quello attuale, introdotto con il DL n. 104/2020: “costo zero” per le aziende con calo del fatturato superiore al 20% e contributo aggiuntivo del 9% o 18% per chi dovesse avere subito un calo fino al 20% o non dovesse averlo subito affatto.

Il “costo zero” però non esiste – spiega Antonio Gigliotti, segretario nazionale "Più" (Partite Iva Unite). L’azienda che ha i lavoratori in sospensione a zero ore, deve accollarsi comunque il costo di maturazione del TFR che resta a carico del datore di lavoro e anche il costo amministrativo dei rapporti di lavoro in merito alla elaborazione dei cedolini paga, gestione degli ammortizzatori sociali, maturazione mensile del ticket licenziamento per chi avesse una anzianità lavorativa inferiore a tre anni”.

“Partite Iva Unite chiede provvedimenti chiari, ascoltando le esigenze e le istanze che arrivano da imprenditori e tecnici, alla luce della constatazione che sono costretti a subire decisioni sbagliate e non idonee per la ripresa dell’economia e del paese – prosegue Gigliotti –. Proponiamo con forza l’immediato stop al blocco dei licenziamenti.

La nostra idea è di spingere su politiche attive e su un vero aiuto per le aziende che assumono. Questa è la strada per creare nuova occupazione e tutelare le imprese ed i lavoratori che stanno vivendo questa epocale crisi”.

Il Direttivo "Più", davanti all’approssimazione dimostrata dai politicanti di questo paese, chiede e propone concretezza, impegnandosi ogni giorno per ottenerla.