Il tema dell’intelligenza artificiale applicata al mondo delle professioni è stato al centro di un dibattito organizzato dal sindacato “Un.i.co.” (Unione Italiana Commercialisti), cui hanno preso parte rappresentanti dei professionisti dell’area giuridico economica. Al confronto, coordinato dal presidente del Sindacato  Nazionale  per  la  Tutela  dei  Commercialisti, Domenico Posca, dopo i saluti di Vincenzo Moretta (presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli), hanno preso parte Claudio Rorato (direttore dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano) che ha esortato la platea a non valutare le prospettive offerte dalle tecnologie ai professionisti con lo sguardo rivolto al passato.

A seguire Vincenzo Tiby (consigliere delegato all’Information Technology dell’Odcec di Napoli) ha puntualizzato l’impegno della categoria nella digitalizzazione del fisco.

Maria Teresa Salimbeni (docente e avvocato, partner dello Studio Toffoletto De Luca Tamajo) ha sottolineato la necessità di investimenti in tecnologie da parte degli avvocati per essere pronti alle innovazioni tecnologiche e ha parlato della nuova frontiera dagli algoritmi di giustizia predittiva. Roberto Corno (consulente del lavoro e partner dello Studio Toffoletto De Luca Tamajo) ha affermato la centralità dei giovani consulenti per la loro predisposizione naturale alle nuove tecnologie e ha presentato ‘Futuhro’, un servizio legaltech in ambito lavoristico che consente di ottimizzare la gestione del personale a tutto tondo.

Il notaio Angelo Nigro, infine, ha spiegato come il notariato da sempre è al passo della tecnologia e non ritiene questa una minaccia, bensì un’opportunità.

Le conclusioni del workshop sono state affidate al numero uno del sindacato, Domenico Posca, che dopo aver spiegato come ha coniato il termine Consultech, ha messo sul tavolo due questioni fondamentali: la necessità di governare e non subire il cambiamento epocale rappresentato dall’intelligenza artificiale applicata ai servizi professionali e la straordinaria opportunità rappresentata dai fondi del NextGenerationEU pari a oltre 46 miliardi, destinati al nostro paese per la digitalizzazione, parte dei quali dovranno andare a finanziare il Consultech, agli oltre 3 milioni di professionisti italiani.