
Vaccino covid AstraZeneca sospeso in Germania e in Francia
di Redazione
Lun 15 Marzo 2021 16:14
La Germania e la Francia sospendono l'uso del vaccino covid AstraZeneca. In Germania, lo stop è stato annunciato dal ministero della Salute. La sospensione, secondo la Bild, è stata decisa sulla base delle raccomandazioni del Paul-Ehrlich-Institut, che ritiene necessari ulteriori esami dopo le segnalazioni relative a episodi di trombosi cerebrale. Il quotidiano riporta anche le parole di un portavoce del ministero: l'agenzia europea del farmaco (Ema) deciderà "se e come i nuovi risultati condizioneranno l'approvazione del vaccino".
In Francia, le autorità sanitarie di Parigi hanno deciso di fermare per 24 ore le somministrazioni del vaccini anglo-svedese, in attesa del parere dell'Ema.
La scorsa settimana Danimarca, Norvegia e Islanda avevano sospeso l'uso del farmaco, seguite da Bulgaria e Irlanda. Poche ore fa, la stessa decisione è stata presa dall'Olanda. Austria, Estonia, Lettonia, Lituania e Lussemburgo, sottolinea Bild, hanno bloccato l'uso di un lotto.
EMA
Per il vaccino anti-Covid di AstraZeneca "il rapporto tra benefici e rischi è considerato positivo e non vediamo alcun problema nella continuazione delle campagne di vaccinazione utilizzando questo vaccino". Lo dice Marco Cavaleri, responsabile per la Strategia vaccinale dell'Agenzia europea del farmaco Ema, in audizione davanti alla Commissione Envi del Parlamento Europeo, a Bruxelles.
"Nello stesso tempo - continua Cavaleri - stiamo esaminando tutti i dati, in particolare gli eventi letali che sono stati riportati, per tentare di capire se ci sono cluster specifici di casi intorno a certi tipi di patologie o allo status medico dei soggetti, per raffinare il rapporto benefici/rischi di questo vaccino".
Sul siero AstraZeneca "riceviamo dati dal Regno Unito. Come abbiamo già detto, stiamo rapidamente rivedendo tutte le evidenze di eventi tromboembolici con questo vaccino, per assicurarci di quale sia il rapporto tra benefici e rischi per l'uso di questo vaccino. Non riteniamo che le evidenze raccolte finora dimostrino che abbiamo davvero un rischio emergente che influenzi il rapporto benefici/rischi", conclude.
Se vuoi commentare questo articolo accedi o registrati