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L'intervento

La Fondazione celebra la vita di Maurizio Valenzi

Un podcast dal titolo “La vita avventurosa di un uomo mite”

La Fondazione celebra la vita di Maurizio Valenzi

Maurizio Valenzi

La decisione della Fondazione Valenzi di dare vita ad un podcast dal titolo “La vita avventurosa di un uomo mite. Storie di Maurizio Valenzi” mi pare opportuna: recuperare le radici, di cui ad uomini che hanno segnato la storia, aiuta a legare tempi e valori per creare un tessuto senza “cesoie”.

La figlia Lucia, vera anima, fino a poco tempo fa, insieme al fratello Marco, della Fondazione ne parla diffusamente in alcune interviste per promuovere l’iniziativa. Mi auguro che molti vorranno seguire le otto puntate che saranno presenti su tutte le piattaforme. Avranno l’occasione di conoscere un uomo “dal multiforme ingegno” e dal sicuro fascino. Io quell’uomo ho avuto il privilegio di conoscere ben prima che diventasse più popolare con la sua elezione a sindaco nel 1975.

Era il novembre del 1964. Laureato da pochi giorni in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, di ritorno a casa trovai la campagna elettorale per le amministrative a Forio ancora in corso. Decisi, pur non essendo candidato, solo per dovere civico e morale, di fare un comizio, nel giorno conclusivo di quella campagna, contro il sindaco democristiano del tempo ed in favore di una lista civica di artigiani (al Partito socialista mi sarei iscritto nel 1965).

Al termine del comizio il sindaco in persona venne a “rimproverarmi” con parole pesanti. Si avvicinò al luogo dello scontro un uomo a me sconosciuto. Era Maurizio Valenzi, come seppi dopo, senatore e capolista del Pci in quell’agone. Lui aveva sentito il mio comizio coraggioso, per quei tempi, aveva visto il parapiglia e venne a “difendermi”.

Da allora nacque una affettuosa, anche se non assidua, frequentazione, con significative sue attenzioni nei miei confronti. Eletto, naturalmente, fu consigliere comunale di Forio fino al 1970, allorchè si dimise per capeggiare la lista del Pci alle elezioni comunali a Napoli. Veniva a villeggiare a Forio con la sua famiglia ed i pochi comunisti del luogo, davvero eroici per quei tempi, lo vollero capolista alle comunali del novembre 1964. Trascinò la lista del Pci ad un successo insperato.

Non perse neppure una seduta del consiglio comunale, conciliando al meglio la sua attività di senatore con quella di consigliere comunale. A Forio frequentava, da ottimo pittore e uomo di cultura, quel mitico “cenacolo” che fu il Bar Internazionale di Maria Senese, dove incontrava i suoi amici artisti ed intellettuali. Da Gino Coppa a Paolo Ricci, a Bargheer, a Guttuso. In consiglio comunale attaccò a fondo il crescente abusivismo edilizio ed i suoi “protettori”, che si avviava secondando il turismo di rapina, che stendeva la sua ragnatela dando vita a quella che noi socialisti definimmo “crescita senza sviluppo”.

Questa pagina “foriana” della sua vita è ignorata nelle sue biografie, ed invece costituisce un altro aspetto non minore della sua personalità e del suo modo di fare politica. Ci siamo incontrati all’inizio degli anni ’80, lui sindaco e personaggio importante, io modesto assessore della Provincia di Napoli, di cui poi sarei diventato presidente. In questa veste reciproca vivemmo insieme la straordinaria epopea del Carnevale di Venezia del 1982, il gemellaggio tra le due maschere storiche, Arlecchino e Pulcinella, secondo il progetto di Maurizio Scaparro, incaricato proprio da Valenzi.

Progetto ardito quello di Scaparro, che Comune di Napoli e Provincia sostennero per battere la rassegnata malinconia determinata dal terremoto del novembre dell’80 e dalle sue tragiche conseguenze. Valenzi, ero con lui a Venezia in tutte le iniziative ufficiali, rappresentò al meglio la situazione di una città che non voleva arrendersi e voleva riprendere il cammino. Le vicende politiche portarono anche a confronti aspri tra socialisti, che facevano parte della sua “Giunta”, e comunisti, ma quei contrasti non fecero velo su di un rapporto ricco di umanità e di stima.

Sapendo del mio rapporto di amicizia con Romano Prodi, mi chiese di poterlo incontrare e conoscere. Alla vigilia della sua seconda vittoria su Berlusconi, quella del 2006, Prodi venne a Napoli ed insieme andammo a casa Valenzi a Via Manzoni. Fu un incontro affettuoso e ricco anche di consigli a Prodi che si accingeva alla seconda esperienza di Capo del Governo. Da sindaco di Forio nel 1990, lo volli cittadino onorario. E fu festa grande qui da noi! Ora Lucia, tenacemente con la Fondazione intestata a Maurizio ed alla moglie Litza, porta avanti iniziative meritorie nel segno del padre e ne perpetua la figura umana e politica, davvero straordinaria.

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