La Russa: «Via Rasella pagina tutt'altro che nobile della resistenza». È bufera
Il presidente del Senato: «Quelli uccisi furono una banda musicale di semipensionati e non nazisti delle SS». Scotto (Articolo 1): « La seconda carica dello Stato non può confondere le vittime con i carnefici». Boccia (Pd): «Esempio di revisionismo storico che sposa il punto di vista dei fascisti»
di Redazione
Ven 31 Marzo 2023 15:05
ROMA. «Via Rasella è stata una pagina tutt'altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS». A dirlo Ignazio La Russa, presidente del Senato, ospite di 'Terraverso', il podcast di Libero Quotidiano. E sul 25 Aprile: «Non sarà il primo che celebro, sono andato da ministro della Difesa a rendere omaggio al monumento dei partigiani, ho portato un mazzo di fiori a tutti i partigiani, anche a quelli rossi che come è noto non volevano un'Italia libera e democratica ma volevano un'Italia comunista». Parole, specie quelle su via Rasella, che scatenano una bufera politica. «Le parole di La Russa su via Rasella sono un atto di revisionismo senza precedenti. Come dire: i partigiani se la sono un po' cercata. La seconda carica dello Stato non può confondere le vittime con i carnefici. E sdoganare il punto di vista dei fascisti. Indegno e vigliacco» scrive su Twitter il deputato e coordinatore di Articolo 1 Arturo Scotto.
il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia è duro: «È grave che il Presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella e della lotta partigiana nel modo in cui lo ha fatto nell'intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti». E su Twitter il segretario di +Europa, Riccardo Magi, attacca: «La seconda carica dello Stato avvia così le celebrazioni per il 25 Aprile, con un mix di falso storico e mancanza di senso dello Stato e senso della democrazia».
Ma La Russa precisa: «Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell'eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito 'una delle pagine più brutali della nostra storia'. Confermo, altresì, che a innescare l'odiosa rappresaglia nazista fu l'uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita 'ingloriosa' bensì 'tra le meno gloriose' della resistenza».
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