Luigi Di Maio avrebbe confermato, nel corso della riunione con i ministri e i viceministri M5S, la volontà di lasciare il ruolo di capo politico del Movimento. La decisione, con ogni probabilità, verrà spiegata dallo stesso Di Maio nell'appuntamento di oggi al Tempio di Adriano, dove verranno presentati i facilitatori.

"Oggi pomeriggio alle 17 sarò a Roma insieme a tutti i facilitatori regionali. Mi collegherò in diretta perché ho delle cose importanti di cui parlarvi... Vi aspetto. A più tardi. Forza!" ha scritto Di Maio su Facebook.

La 'reggenza' del M5S, dopo il passo indietro di Di Maio, spetterà a Vito Crimi, in quanto membro più anziano del comitato di garanzia grillino, come riportato dallo statuto del Movimento. Questo, a quanto apprende l'Adnkronos, almeno in un primo momento, dunque non è escluso che la guida del Movimento si 'ampli' in una seconda fase. Sarà lo stesso Crimi, viene inoltre rilevato dalle stesse fonti, a scegliere il capo delegazione M5S per il governo, che non è stato indicato nella riunione di questa mattina tra Di Maio e i ministri pentastellati.

"La cosa importante è restare uniti, tenere tutti uniti nel Movimento, nello scegliere insieme la strada per il futuro" ha detto Vincenzo Spadafora, dopo la riunione a Palazzo Chigi.

"Se lascia Di Maio è un problema? Il vero problema è la mancanza di strumenti di democrazia interna nel M5S - ha scritto Dalila Nesci di M5S su Fb - Infatti non si sono mai voluti creare i presupposti di una successione a Di Maio. Anche le sue modalità di uscita di scena non prefigurano consapevolezza dei problemi strutturali del M5S, mi sembra piuttosto una manovra strategica suicidaria del consenso ad un passo dal voto per le elezioni regionali". Dalila Nesci parla di "una tempistica illogica che rappresenta uno smarrimento politico grave e che ha come origine la crisi identitaria del M5S di cui parlo da tempo. Il M5S non sa più da che parte stare né quale sia la direzione da prendere".