l clima è quello da giornata cruciale, dove il brivido del colpo di scena aleggia nell'aria. Transatlantico, Palazzo Madama. Matteo Renzi, poco dopo il suo intervento e la replica del premier, si ferma a chiacchierare con Gaetano Quagliariello, accompagnato da Francesco Bonifazi. Poi solca a grandi passi la Sala Garibaldi, ai giornalisti dice: "ora aspettiamo questi 170 voti di.... Vabbé, lasciam perdere". La buvette è chiusa, prende una Coca cola al distributore. Ma in mente ha ben altro, tanto che abbandona la lattina sul davanzale di uno dei grandi finestroni, spalancati da questa mattina, causa Covid.

Intanto i veleni serpeggiano nei corridoi di Palazzo Madama, rimbalzano fino ai membri di governo. Il timore è che centrodestra e Iv non rispondano alla prima chiama, per fare il conto dei voti favorevoli, dunque decidere se votare tutti contro e affondare Conte. Voci, appunto. Da Italia Viva si conferma quanto annunciato: "ci asterremo", la linea ribadita in Aula dall'ex ministra Teresa Bellanova. Ma i rumors corrono nel palazzo insieme agli spifferi gelidi per le finestre aperte. Gira voce -non confermata- che Renzi avrebbe ipotizzato ai suoi senatori la strada del No ma sarebbe stato stoppato.

Il senatore Grimani tra i primi, anche se il diretto interessato non conferma. "No, sono solo voci", dice un altro renziano tra i nomi dati in 'uscita' in questi giorni. Ora, al netto dei boatos, si attende il voto. E il pallottoliere sembra stabile a quota 153-155. Sarà durissima per il premier mantenere compatta la maggioranza nei giorni che verranno, finché non si riuscirà ad allargare il perimetro. E anche su questo non mancano veleni e fibrillazioni, con alcuni ministri M5S che se la prendono con i colleghi dem: "per alzare i numeri non hanno fatto nulla, mentre noi continuiamo a remare per tutti".