C'è stato un braccio di ferro, a quanto apprende l'Adnkronos, tra il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e il responsabile degli Esteri Luigi Di Maio durante il lungo vertice sul Mes, durato ben 4 ore per la parte dedicata al Fondo Salva Stati. Il responsabile di via XX Settembre, spiegano fonti di governo presenti all'incontro, avrebbe chiesto il disco verde sul fondo salva Stati, pronto però ad affrontare un duro negoziato sull'Union banking.

Proposta rinviata con fermezza da Di Maio, che avrebbe parlato di un chiaro mandato assegnatogli dai suoi parlamentari, dunque convinto della necessità di dare un segnale forte e chiaro già all'Eurogruppo del 4 dicembre, quando i ministri dell'Economia della zona euro dovranno stilare il piano definitivo sul Mes e una road map per l'unione bancaria. Non solo. Di Maio avrebbe fatto notare al ministro e alla delegazione Dem che i numeri per approvare la riforma del Mes così come è stata congegnata non ci sono, dunque "qualcosa deve cambiare e il governo deve lasciare che sia il Parlamento a pronunciarsi".

Intanto Italia Viva si chiama fuori, e diserta il confronto perché "noi non abbiamo nulla su cui litigare", quindi "se la vedessero tra di loro". Copyright Matteo Renzi. Alla fine se ne esce con una nota congiunta in cui, oltre a ribadire la necessità che l'Ue segua la logica del 'pacchetto', viene messo nero su bianco che "ogni decisione sul Mes diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l'11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo". A Gualtieri viene affidato il mandato a trattare per cambiare le cose.

Lunedì "alle 13 sarò alla Camera dei deputati per un'informativa sul Mes" scrive il premier Giuseppe Conte su Facebook alla vigilia del suo intervento a Montecitorio. "Potrete seguire il mio intervento qui sulla mia pagina Fb".

FRANCESCHINI - "Bene l'incontro di stasera sul Mes. Nessuna richiesta di rinvio all'Ue, ma un mandato che rafforza il ministro Gualtieri a trattare al meglio l'accordo sul tavolo europeo già dal 4 dicembre". E' quanto ha detto il ministro e capo delegazione del Pd a Palazzo Chigi, Dario Franceschini. "Ovviamente sarà poi il Parlamento a pronunciarsi definitivamente sulle decisioni assunte". "Abbiamo dato un mandato molto forte al ministro Gualtieri a trattare per rappresentare gli interessi nazionali sia sulla parte che riguarda l'unione bancaria sia su miglioramenti sulla parte Mes. Evidente che poi alla fine, come scritto nelle nostre regole, sarà il Parlamento a dare delle linee di indirizzo prima del vertice dei capi di governo".

DI MAIO SU MES - "Nulla si deciderà finché non si arriverà in Parlamento il 10 dicembre, quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e il Parlamento dovrà approvare una risoluzione". E' quanto ha detto il ministro e capo politico del M5S Luigi Di Maio. "In generale il governo il 4 dicembre, quando parteciperà all'Eurogruppo -quindi prima del passaggio parlamentare- ragionerà in una logica di pacchetto, che significa che per noi non esiste solo il Mes, ma che il Meccanismo di stabilità va valutato nell'ambito di un pacchetto di riforme nelle quali c'è tanto da cambiare, per quanto riguarda l'opinione del M5S". "Noi vogliamo meccanismi europei che aiutino gli Stati e non stritolino gli Stati, e quindi fino al momento in cui il Parlamento non si esprimerà nessuna decisione potrà essere presa, nessuna luce verde potrà essere accesa. Poi il M5S, all'interno della maggioranza, scriverà una risoluzione di maggioranza nella quale chiederà che tutto questo pacchetto venga migliorato in maniera considerevole, perché stiamo parlando dei risparmi degli italiani e di tante cose che interessano gli italiani".

"Il meccanismo è molto semplice, da qui a quando il premier verrà in Aula e si potranno votare delle risoluzioni ci sono 10 giorni", nel frattempo c'è "l'Eurogruppo del 4 dicembre dove andrà il ministro dell'Economia, non potrà dare nessuna luce verde finché il Parlamento non si sia espresso. Poi qualcuno lo chiama rinvio, qualcuno riflessione, qualcuno lo chiama negoziato senza soluzione definitiva, per me quel che conta è che il Parlamento sia sovrano, si pronunci e si potrà pronunciare intorno al 10 dicembre, prima dell'Eurosummit". "Questo pacchetto non è ancora definitivo - prosegue Di Maio - finché tutto il pacchetto non sarà chiaro, e non è nulla chiaro, non si può chiudere nessun negoziato, e noi al premier chiederemo in Parlamento che il presidente del Consiglio porti questa posizione all'eurosummit. Se tu hai un pezzo della riforma non puoi capire quali impatti avrà sull'Italia se non conosci gli altri pezzi".

A chi gli fa notare come il ministro Gualtieri abbia lasciato intendere che non ci siano margini per continuare la trattativa sul Mes, "io credo che Gualtieri sia stato ampiamente frainteso in Commissione - dice Di Maio netto - lui ha espresso semplicemente un'opinione sullo stato del negoziato, ma da stasera nessuna luce verde potrà esser data sul negoziato se il Parlamento non si esprime prima, e accadrà tra 10 giorni".

Sul Mes, nel vertice a Palazzo Chigi, dice Di Maio, "c'è stato un confronto civile, costruttivo, però è chiaro ci sono opinioni diverse". "Il M5S da sempre preoccupato del Mes e di una serie di riforme che si stavano facendo e che riguardavano le banche, già sul bail-in noi eravamo contrari e si è visto cosa ha comportato. Dal mio punto di vista non è una cosa strana non si abbia sempre la stessa posizione, altrimenti eravamo insieme prima delle elezioni".