NAPOLI. "Lo dissi in pieno lockdown e non ho alcun dubbio: se la pandemia avesse avuto il suo epicentro, invece che in Lombardia e in altre parti del Nord, in qualsiasi posto del Sud, ci sarebbe stata la tentazione di cancellare il Mezzogiorno d'Italia dalla cartina geografica europea e avrebbero adottato misure nemmeno da stato di polizia, ma da stato di guerra". Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, intervenuto a Radio Crc. Secondo de Magistris, con epicentro del contagio da coronavirus al Sud, "ci sarebbe stata una narrazione totalmente diversa. Noi invece - ha aggiunto - mi pare che ci siamo comportanti in maniera veramente corretta, non solo per la grandissima solidarietà che abbiamo espresso per quanto sta accadendo al Nord, ma anche con comportamenti di grande correttezza e di grande spirito nazionale. Quando c'è un tema sanitario è inutile metterla sul razzismo, bisogna fare ragionamenti seri".

 "Sin dai primi giorni dell'emergenza "ho posto il rischio concreto del contagio criminale; temo che sia già realtà ma non solo a Napoli anche in altre parti del Paese", ha detto il sindaco di Napoli ospite della trasmissione 'Circo Massimo' su Radio Capital. "Quello che più mi fa rabbia è la lentezza dello Stato. Noi a Napoli abbiamo lavorato molto su quel filo sottile dove ci sono persone che camminano e non sanno se vanno verso la legalità o il crimine. Noi ne abbiamo spostati molti verso la legalità; adesso però dove tutto è fermo queste persone si stanno già spostando verso l'altra parte" conclude il sindaco.

LE RISORSE UE.  "Aspettiamo fatti perché il Governo si è impegnato nei nostri confronti da tempo. Noi non credo che riusciremo ad attendere i tempi dell'Europa. Se arrivano più risorse senza guinzagli è una buona notizia però ci aspettiamo una svolta da parte del governo italiano che è molto lento e non riesce ad arrivare ai bisogni necessari". Secondo De Magistris per i Comuni i bilanci rappresentano l'ultimo dei problemi, perché non verranno approvati in questa situazione: "preoccupano i sevizi che non riusciremo a garantire da qui a qualche giorno, dal trasporto pubbico all'assistenza alle persone fragili ai rifiuti. Oggi abbiamo un incontro con il presidente del consiglio dove i sindaci uniti porranno delle condizioni per andare avanti. Nel giro di 15 giorni o il governo accoglie 6 o 7 punti e non rimette al centro ruolo di sindaco che è stati profondamente mortificato il paese non si riprende". Napoli, sottolinea il sindaco "dal 31 gennaio ad oggi ha perso 270 milioni di euro. Con decreto legge approvato l'altro giorno dovremmo avere nei prossimi giorni 12 milioni di euro per poi avere un saldo finale a fine estate di 50 milioni. Così non andiamo da nessuna parte". Al governo, conclude De Magistris, "abbiamo suggerito di allentare i vincoli finanziari normativi. La città di Napoli continua a pagare interessi per debiti che i napoletani non hanno mai contratto.

GLI SPOSTAMENTI DALLA LOMBARDIA. "Ho fatto un ragionamento più ampio e la mia posizione è contro ogni forma di discriminazione. Però bisogna ragionare. Visti i contagi che sono ancora forti in Lombardia mi sarei aspettato, dopo 4 mesi, che il sistema sanitario regionale garantisse i tamponi a tutti. Mi hanno detto però, e qualcuno me lo spiegasse, che non è possibile". Per questo serve "un po' di cautela". De Magistris è tornato così sulla vicenda degli spostamenti da Lombardia e Piemonte. Questo però è un tema che "deve sciogliere il governo nazionale con il ministero della salute e la task force. Se ci sono le condizioni e ci dicono che si può viaggiare noi non abbiamo problemi però lo dicessero in modo chiaro". Secondo Da Magistris se Napoli fosse stata l'epicentro dell'epidemia "soprattutto con il governo precedente, avrebbero costruito un muro, schierato l'esercito e fatto fuoco ai terroni".