Addio al batterista Franco Del Prete, chiesa gremita
di Stefano Andreone
Ven 14 Febbraio 2020 15:38
FRATTAMAGGIORE. Gremita la basilica di San Sossio per i funerali di Franco Del Prete. Un’icona, un pezzo di storia della musica italiana, una pietra miliare del neapolitan power ci ha lasciati per sempre. L’ho ha fatto in punta di piedi, senza strafare, compito, ma la grandezza della sua essenza e del suo essere non ha risparmiato nessuno. Una fiumana di gente ha voluto salutarlo per l’ultima volta, c’era la sua Frattamaggiore, la città dove Franco è vissuto fino all’ultimo giorno e poi dietro agli occhiali scuri gli amici di una vita, James Senese, Enzo Avitabile, Enzo Gragnaniello, Sal Da Vinci, Vittorio Remino, Piero Gallo e tantissimi ancora. Lacrime e sgomento hanno segnato i volti dei presenti, quando il feretro è entrato nella Basilica, il silenzio è stato interrotto da un commovente applauso, poi le prime note dell’organo suonato dall’amico Lorenzo Natale, il preludio di un rito funebre emozionante, note che hanno scavato più del dolore i cuori dei presenti. L’arduo compito è toccato a monsignor Sossio Rossi che durante l’omelia, ha cercato di alleviare lo sconforto ed il pianto di Francesco e Simona (figli di Franco) e della moglie Concetta, circondati dal calore e dall’affetto seppur effimero dei tanti amici intervenuti. Ma le parole, quelle con cui Franco ha sempre giocato, mettendole insieme, dando vita a canzoni memorabili, acuiscono come lame il dolore, il suo ricordo, le sue canzoni, la sua batteria resterà impressa ed imperitura come un mantra, a scandire il tempo della vita ed il ritmo infinito della musica. Quando la salma esce dalla basilica, un infinito applauso, contornato da lacrime, incredulità ed abbracci, accompagna le spoglie mortali di Franco nel carro funebre, a dipanare il suono del silenzio sono le note di ‘E la musica va’, scritta proprio da Franco per l’amico Eduardo de Crescenzo, ed è proprio in quel momento che gli astanti cercano la bara per rendere omaggio, l’ultimo, ad un degno figlio di Frattamaggiore, ad un poeta, ad un batterista, ad un artista che con la sua morte ha consegnato il mito alla leggenda.
“È un giorno triste per Frattamaggiore – commenta l’assessora Giovanna Guarino - e per la musica italiana. In veste di assessore ho rappresentato l'Amministrazione comunale alle esequie, a cui il Sindaco, con dispiacere estremo, non ha potuto partecipare. La perdita di Franco Del Prete è una ferita per tutta la nostra comunità essendo stato egli uno stimolo di crescita musicale, culturale, ma soprattutto umano. Per questa ragione, si è deciso di tributarlo nei luoghi e nei momenti istituzionali al fine di rendergli un riconoscimento inestinguibile, degno di una personalità tanto importante”. Vittorio Remino: “Amore in persona, per tutti, non solo per me, figlio legittimo della musica”.
“Napoli ha perso una figura fondamentale, io ho perso un amico – commenta Roberto Colella de La Maschera – si è comportato sempre come un padre per me, ho avuto la fortuna di scoprire dei misteri di Franco, i suoi consigli non li dimenticherò mai”. Ma lo Showmen, non poteva non sorprenderci, era pronto a ritornare al festival di Sanremo con una nuova canzone, una sorta di testamento, ‘ Che meraviglia è la vita’, scritta per Peppino Di Capri, a cui era tanto piaciuta e canticchiata alla chitarra da Gianni Guarracino, altro amico storico. Purtroppo la malattia, il destino e chissà quale altro disegno astruso glielo hanno impedito, di Franco, ricorderemo sempre la usa grande umiltà, uno dei pochi che disdegnava l’appellativo di maestro, amava ripetere sempre quando lo si chiamava maestro “Io non ho imparato ancora niente”.
Addio al batterista Franco Del Prete, chiesa gremita
Nel corso della sua carriera, Del Prete è stato anche paroliere collaborando con James Senese, Eduardo De Crescenzo e Sal Da Vinci e ha chiuso la sua carriera dando vita alla band Sud Express. Del Prete ha debuttato con gli Showmen nella prima metà degli anni '60. La fortuna della band è legata anche alla vittoria al Cantagiro del 1968 con la versione rhythm & blues di “Un'ora sola ti vorrei" e alla partecipazione al Festival di Sanremo dell'anno successivo con “Tu sei bella come sei". Il musicista si è reso protagonista anche della nascita della band “Napoli Centrale" il cui successo ha preparato la strada all'affermazione del cosiddetto “Neapolitan Power" e di Pino Daniele, ingaggiato come bassista del gruppo poco prima del suo esordio da solista. Al termine dell'esperienza dei “Napoli Centrale" Del Prete è stato paroliere e nel 1980 è entrato a far parte dello staff di Gino Paoli partecipando come batterista alla registrazione del disco “Ha tutte le carte in regola". Nel 1991 è stato di nuovo al Festival di Sanremo, accompagnando Eduardo De Crescenzo per il quale ha firmato le parole di “La musica va" e tutti i brani dell'album “Cante jondo". Dal 1994 al 1997 ha scritto e suonato per Sal da Vinci tre album tra cui la canzone “Vera" che in America ha venduto due milioni di copie. Nel 2001 Del Prete è ritornato a Sanremo scrivendo, insieme a Marcello Vitale, “Pioverà" cantata da Peppino Di Capri. Del Prete ha scritto canzoni anche per altri artisti e le sue parole sono state cantate da Lucio Dalla, Raiz (Almamegretta), Zulù (99 Posse), Tullio De Piscopo, Peppe Barra, Enzo Avitabile e tanti altri. Dal 2006 si è impegnato con i Sud Express con cui ha realizzato (sotto il soprannome di Franco Del Prete Sud Express) l'album “L'ultimo apache" (2009) e "Radice"(2011) di Enzo Gragnaniello (Enzo Gragnaniello & Sud Express).
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