La solita tranquillità che lo contraddistingue da sempre. Carlo Ancelotti è sereno nella conferenza stampa di presentazione alla vigilia di Napoli-Real di Champions League. Il tecnico di Reggiolo è tornato nello stadio che l'ha visto padrone di casa per un anno e mezzo. De Laurentiis lo convinse a guidare gli azzurri dopo l'addio di Sarri ma le cose, soprattutto nella seconda stagione, non andarono bene. E ci fu l'esonero.

«Se il rapporto tra allenatore e club non è positivo è meglio fermarsi. È stata la decisione migliore sia per il Napoli che per me, visto che poi sono andato al Real Madrid, il miglior club al mondo». Il Real è primo in Liga ed è primo nella fase a gironi di Champions. Assieme al Napoli. Sarà una partita speciale ma anche difficile: «Giocheremo contro una delle migliori squadre d'Italia, con molte grandi individualità. Sarà una partita seria, completa, dovremo ripetere la gara col Girona che sicuramente può darci qualche suggerimento per la gara di domani». Ancelotti non dimentica il suo trascorso partenopeo: «Tornare a Napoli è un po' un ritorno al passato, ricordare il periodo passato qui, ci sono stati momenti buoni, momenti meno buoni e si viveva in una città meravigliosa».

«Resterà il ricordo di una esperienza positiva - aggiunge - È la partita più difficile della fase a gironi per noi, la realtà è che la maglia del Real Madrid pesa per tutti, in maniera positiva per noi ma anche per gli avversari. il Real Madrid è un'istituzione in questa competizione e credo che questo aiuti». Domani sera nel Galaticos ci sono tanti campioni ma anche Garcia vanta dei calciatori che possono fare la differenza.

«Osimhen e Kvara - ha specificato Ancelotti - sono degli ottimi attaccanti. Sono usciti alla ribalta nell'ultimo anno, mostrano qualità per stare ad alto livello in qualsiasi squadra. Sono due attaccanti di spessore, stanno facendo, hanno fatto e faranno molto bene. Il talento è tanto. Kvara è molto bravo nell'uno contro uno, Osimhen è un attaccante potente, mobile e molto pericoloso».

Giovanni Di Lorenzo arrivò in azzurro nel secondo anno di Ancelotti. Il capitano è cresciuto diventando molto forte. «Era difficile prevedere questa progressione continua quando è arrivato - ha chiarito l'allenatore degli spagnoli -. È arrivato in Nazionale e ad essere tra i migliori terzini in Europa, allora tanti complimenti a lui che ha dimostrato attraverso la serietà e la professionalità, oltre che la qualità, si riesce a raggiungere e a rimanere i livelli più alti».