È stata la casa del Napoli dagli anni '70 fino al fallimento del 2004. Ha ospitato campioni del calibro di Krol, Giordano, Careca, Zola, Ferrara e Cannavaro, oltre che Maradona, naturalmente. Ha rappresentato la sede sociale del club, il fortino che custodiva i due scudetti, la Coppa Italia, la Supercoppa Italiana e la Coppa Uefa vinti nei sette magici anni di Diego all'ombra del Vesuvio. Il Paradiso di Soccavo oggi però somiglia più ad un inferno. Sono ormai passati sedici anni dall'ultimo allenamento sostenuto dagli azzurri nel centro sportivo voluto e finanziato da Corrado Ferlaino. La struttura è stata praticamente abbandonata fin da subito al proprio triste destino. A vederlo oggi si fa fatica ad immaginare che quello potesse essere il campo d'allenamento di una squadra di Serie A. Del terreno di gioco non resta ormai più nulla se non una distesa di erbacce: una porta è stata rubata, l'altra invece è ormai totalmente avvolta dalla vegetazione, così come gli spalti e la scritta "Società Sportiva Calcio Napoli S.p.A" posta all'ingresso della sede sociale. Sono stati inoltre trafugati gli infissi degli uffici, delle camere d'albergo che ospitavano i calciatori in ritiro e degli spogliatoi. I ladri hanno portato via anche la Jacuzzi in cui Diego e i compagni si rilassavano dopo gli allenamenti. Quel che resta è soltanto il degrado. La struttura negli anni è divenuta un ricovero per senza tetto e tossicodipendenti. Valicando il cancello azzurro, posto all'ingresso del centro sportivo, lo spettacolo che ci si trova di fronte è raccapricciante: un mare di siringhe, rifiuti di dubbia provenienza, tombini aperti, materassi usati dai clochard, bottiglie vuote di vino o birra e cocci di vetro, tracce di falò probabilmente appiccati dai senza fissa dimora per sfuggire al freddo dell'inverno. Eppure, con un pizzico di immaginazione, è ancora possibile fantasticare sulle magie che Diego offriva ai fortunati spettatori che affollavano Soccavo il giovedì, in occasione dell'allenamento a porte aperte. Quel che è certo è che, a prescindere da tutto, il Centro Sportivo Paradiso è rimasto nel cuore di tutti i tifosi napoletani. Sono molte infatti le iniziative nate negli ultimi anni per denunciare le condizioni in cui versa la struttura. Su Facebook è nata anche una pagina, chiamata proprio "Centro Paradiso" in cui tanti tifosi condividono i loro ricordi legati alla struttura, oltre a varie idee su come riportarla in uno stato decoroso. La sensazione è che, come sempre, certe battaglie vengano portate avanti dal popolo e non da chi dovrebbe e potrebbe. Pochissimi infatti i personaggi politici e sportivi che negli anni si sono interessati alla vicenda, inesistenti invece gli interventi concreti. Parole, soltanto parole, come direbbe Mina. Moltissime parole, ma niente di più. Intanto oggi, in occasione del sessantesimo compleanno di Diego Armando Maradona, proprio su iniziativa della pagina "Centro Paradiso", è stato affisso uno striscione al cancello d'ingresso della struttura. Uno striscione che recita "sta casa aspetta a te, auguri Diego". L'ennesima dimostrazione d'affetto dei napoletani, che non hanno mai dimenticato il Dio del calcio ma non hanno mai dimenticato nemmeno il Paradiso di Soccavo.