Premio Prisco al presidente del Benevento calcio, Oreste Vigorito
di Redazione
Lun 24 Febbraio 2020 17:17
ROMA. Il presidente Oreste Vigorito (nella foto) ha vinto il prestigioso premio nazionale "Giuseppe Prisco", per la categoria relativa ai dirigenti. Il numero uno del sodalizio giallorosso ha battuto la concorrenza di Claudio Lotito e Maurizio Setti, contraddistinguendosi per lealtà, correttezza e simpatia.
Il Premio Speciale di Giornalismo “Nando Martellini”, quest’anno alla sua XVI edizione, è stato invece attribuito alla giornalista di Rai Sport Donatella Scarnati.
Lo ha stabilito l’apposita giuria, unica per entrambi i premi, presieduta da Sergio Zavoli e composta da Italo Cucci, Gianni Mura, Gian Paolo Ormezzano, Marco Civoli, Franco Zappacosta, Ilaria D’Amico e coordinata dall’imprenditore Marcello Zaccagnini, presidente del Comitato organizzatore.
La stessa commissione, sempre d’intesa con il presidente del Comitato organizzatore Marcello Zaccagnini, ha deciso di attribuire il “Premio Speciale della Giuria” al Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, Roberto Mancini.
La giuria, infine, accogliendo la proposta dell’Ussi – Gruppo Abruzzese Giornalisti Sportivi, ha conferito uno specifico e altrettanto importante riconoscimento al giornalista Enrico Rocchi, che sarà premiato, per la circostanza, con l’opera Games 13 ideata e realizzata dall’artista Ester Crocetta.
Giuseppe Prisco, originario di Torre Annunziata da parte di padre, si arruolò negli alpini a 18 anni partecipando alla campagna italiana di Russia come tenente nel Battaglione "L'Aquila" del 9º Reggimento alpini 143ª Compagnia, inquadrato nella Divisione Julia, e guadagnando una medaglia d'argento al valor militare: nel suo battaglione, di 159 alpini rientrati, lui era uno dei soli tre ufficiali superstiti. Dalla fine della guerra in poi, non si perderà più una singola adunata delle penne nere.
Studente dell'Università degli Studi di Milano e capitano della squadra di calcio universitaria, dopo essersi laureato in Giurisprudenza nel 1944, il 10 maggio 1946 si iscrive all'albo degli avvocati. È stato sposato con Maria Irene, da cui ha avuto due figli: Luigi Maria e Anna Maria. È stato uno dei più noti penalisti, principe del Foro di Milano, per anni è stato presidente dell'Ordine degli Avvocati milanese. Dal 1980 al 1982 è stato consigliere dell'istituto di credito Banco Ambrosiano Veneto.
La vita di Prisco e il suo ricordo sono indissolubilmente legati all'Inter, di cui è divenuto socio nel 1946, segretario dal 1949, consigliere dal 21 ottobre 1950 e infine vicepresidente dal 23 luglio 1963.[ Mentre era dirigente dell'Inter, la squadra ha vinto: sei scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, tre Coppe UEFA, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. In oltre mezzo secolo di vita societaria Peppino Prisco ha costantemente seguito con amore la sua squadra, rimarcando ogni evento con tagliente ironia (celebri soprattutto le battute sulla rivale cittadina, il Milan).
Gli idoli calcistici dell'avvocato sono stati Giuseppe Meazza, che considerava il migliore di tutti, e il brasiliano Ronaldo. A fine anni novanta e nei primi anni duemila, la sua verve inimibitabile aveva fatto in modo che Prisco diventasse ospite fisso nelle trasmissioni sportive, come Controcampo, nella quale era protagonista di divertenti siparietti con i rivali di tifo Diego Abatantuono e Giampiero Mughini.
Muore a causa di un infarto il 12 dicembre 2001, tre giorni dopo la sua ultima apparizione televisiva e due giorni dopo il suo ottantesimo compleanno. Alla memoria dell'avvocato viene in via eccezionale conferito il premio "Pirata d'Oro", assegnato dagli Inter Club, normalmente destinato al miglior giocatore neroazzurro della stagione sportiva appena conclusa. È sepolto nel cimitero di Arcisate, comune che nel 2005 gli ha intitolato lo stadio cittadino.
La cerimonia di premiazione si svolgerà alle ore 11 di lunedì 27 aprile 2020, al Teatro Marrucino di Chieti e sarà condotta da Stanislao Liberatore.
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