Il talento è enorme, di questo ormai è impossibile discutere. Ci piace pensare che Lorenzo Insigne abbia appositamente conservato i gol per il campionato, dopo un'estate a secco. La condizione non è ancora delle migliori, l'esterno azzurro a tratti sulle gambe, ma la voglia non manca mai. Anche nelle amichevoli disputate fin qui, sebbene non abbia trovato il gol, lo spirito di sacrificio è stato bello in vista. Forse perché la responsabilità di portare quello stemma al petto la sente più di tutti, il profeta in patria che forse può rappresentare l'eccezione alla regola di matrice latina. Lorenzo Il Magnifico, un motivo ci sarà se in tanti lo chiamano così in giro per l'Italia. Decisivo in quest'esordio contro la Lazio, oltre a mettere lo zampino nell'azione del gol di Milik, l'esterno azzurro ha ritrovato quella via che un po' sembrava smarrita. Quella del gol, imboccata soltanto otto volte in campionato la scorsa stagione.

IL SOGNO. Stavolta è determinante con la rete che vale il successo. Merito della preparazione, dice lui: "Noi abbiamo lavorato duro quest'estate per arrivare al massimo . Abbiamo fatto questa prestazione di cuore e dobbiamo continuare così". Lavora più di tutti, Insigne, un po' perché l'ha sempre fatto, un po' perché la beffa dell'annata passata l'ha accusata in maniera forte. Dopo una stagione dai numeri incredibili - è stato il giocatore che più ha calciato in porta in tutta la Serie A - non conquistare lo scudetto ha lasciato un amaro in bocca che difficilmente va via. Lorenzo lo sa, questo è il periodo giusto per coronare il suo sogno: "Vincere lo scudetto con questa maglia è sempre stato il mio sogno, ma per parlare di campionato è presto, visto che le altre si sono rinforzate tutte con grandi acquisti". Chissà, con la Juventus di Cristiano Ronaldo sarà ancor più difficile, ma vagheggiare non costa nulla. E' un po' come esprimere un desiderio, che magari con Carlo Ancelotti può realizzarsi: "Dobbiamo seguire il mister, è un grande e ha vinto tanto. Se lo seguiamo possiamo fare grandi cose in campionato e in Champions League". No limits.

LEADER. Parla da leader, Insigne, che a 27 anni - seppur senza la fascia di capitano, ma soltanto per la presenza dell'inossidabile Hamsik - ha forse capito che è il momento di caricare sulle sue spalle il peso dell'intera squadra. Chi può avere più stimoli di lui, vero e proprio idolo della tifoseria? Nessuno. E la prima risposta è già arrivata con il suo tiro a giro che non ha dato scampo a Strakosha, ha fissato il risultato sul definitivo 2-1 e ha portato i primi tre punti dell'era-Ancelotti. E da vera guida della squadra sa benissimo che la compattezza è una caratteristica fondamentale per la buona riuscita della stagione. "La nostra forza è il gruppo - risponde fiero a chi gli chiede un confronto con le altre di A - La cosa importante è che siamo rimasti gli stessi dello scorso anno, con qualche arrivo nuovo a darci una mano che sicuramente gioverà". Per ora è lui, da una vita a Napoli, a fare da trascinatore.