È stato dapprima perno della Primavera, poi sorpresa del ritiro di Dimaro nel 2014. Sebastiano Luperto aveva un estimatore speciale, Rafa Benìtez, che decise di tenerlo in squadra, nonostante all’epoca avesse soltanto 18 anni, intravedendone grandi qualità. Gli concesse perfino l’esordio in Serie A, un’eccezione nell’Italia dell’epoca e - in misura minore - anche in quella attuale. Con Maurizio Sarri la musica cambiò. Pur stimandolo, l’ex allenatore azzurro lo rispedì in Primavera, poi in giro in prestito a farsi le ossa. Prima Vercelli, poi Empoli, dove s’è riuscito ad imporre come uno dei migliori difensori della Serie B. Una squadra, quella toscana, in cui la sua esperienza sembrava dovesse continuare.

LA MANO DI CARLO. Già, perché in estate era tutto fatto con l’Empoli. Il club azzurro pareva disposto a cederlo nuovamente in prestito, concedergli un anno da titolare in Serie A e poi goderselo dal prossimo anno. Il piano era questo, ma a stravolgerlo è stato Carlo Ancelotti. Dopo averlo visionato attentamente nel corso del ritiro estivo, apprezzandone personalità, forza fisica e soprattutto la sua duttilità, l’allenatore di Reggiolo ha bloccato la cessione. Ha fatto del suo anche l’assenza forzata di Ghoulam e la capacità del difensore classe ‘96, che in carriera ha quasi sempre fatto il centrale, di adattarsi sul versante mancino, come terzino. «Resti qui, mi servi», gli ha detto Carletto, e Luperto ne è stato ben felice. Essere allenato da un tecnico tanto vincente è il sogno del ragazzino cresciuto a Lecce divenuto realtà. Benché avesse tante richieste - anche da Sampdoria, Chievo e Frosinone - Sebastiano ha stregato Ancelotti, ha convinto nel nuovo ruolo già nelle amichevoli ed è rimasto invischiato concretamente nel progetto azzurro.

SORPRESA. Sembrava dovesse essere perlopiù un tappabuchi, invece alla prima occasione utile Ancelotti l’ha gettato nella mischia. Una contingenza favorevole l’infortunio di Mario Rui, ma non ci saremmo sorpresi nel vedere un altro al posto suo, per non rischiare contro una squadra importante come il Milan un calciatore con una sola presenza in A fino ad allora. Carletto è invece allenatore coraggioso, d’esperienza e sa di poter fare affidamento anche su di lui, condizionato da una visione più internazionale che italiana. A ventidue anni Luperto viene considerato già grande e pronto a giocare all’occorrenza. E’ solo la prima sorpresa del tecnico ex Real Madrid, con cui tutti troveranno spazio se considerati all’altezza. Ci sono ancora Verdi e Fabiàn che devono esordire ma, conoscendo Ancelotti, non bisognerà attendere molto.