“Habemus Decretum”, con articoli incomprensibili
Gentile Direttore, “habemus Papam”, direbbe il Cardinale Protodiacono al Popolo multirazzziale in piazza San Pietro, al momento dell’elezione del Sommo Pontefice. A noi, invece, popolo italiano, fedele e non fedele, questo straordinario Governo ha dato la bella notizia: “habemus Decretum”, quello famoso atteso da giorni, modificato, rimodificato, emendato, riemendato, ecc. “il decreto Rilancio”! Un testo di “appena” 266 articoli, più le centinaia di norme esplicative, per un totale di 300 pagine. Credo che sia il più poderoso atto complesso che la Repubblica abbia mai espresso. Ovviamente, tutto è “giustificato” dal Coronavirus, questa parola tragica che ha mietuto migliaia di vittime, tenuto in ostaggio i diritti più elementari di libertà per gli esseri umani (finanche il diritto ad amare in senso classico e figurato, come per i credenti la Comunione con Cristo), ridotto alla miseria milioni di cittadini, fatto indebitare l’Italia fino alle prossime due generazioni, di cui ancora non si intravvede lontanamente la fine. In compenso, questa disastrosa e luttuosa pandemia ci ha fatto conoscere sugli schermi televisivi i volti di innumerevoli “scienziati”, che ci hanno tenuto compagnia nelle nostre timorate “ferie” con le loro elucubrazioni accademiche, come se parlassero ad una platea di un centinaio di studenti universitari, ovviamente in disaccordo totale ognuno con gli altri. Confesso che non sapevo ci fossero in Italia tanti scienziati, essendo abituato da anni al grido di dolore per cui i nostri “cervelli” emigrano all’estero. Ma, tant’è: il Coronavirus, ribattezzato dal nostro ministro degli Esteri “coronavairus”, all’inglese, come fa moda, come già i “navigator” per il reddito di cittadinanza, non ha risparmiato neanche i suddetti scienziati, che, per dare più peso a quello che dicono non si sottraggono alla moda dell’inglesismo, come “delivery” (in italiano “ consegna“), “smart working” (lavoro agile, cioè anche attraverso un computer), lockdown (confinamento), costringendo i milioni di italiani a tenere a portata di mano un vocabolario di inglese-italiano. E sulla moda dell’incomprensione, che ad arte amplifica il problema, facendo credere, ahimè!, ai tanti sprovveduti che il provvedimento è stato studiato sino ai minimi particolari, ecco il nuovo DecretoLegge! 266 articoli, come detto, più centinaia di norme esplicative, per un totale di 300 pagine. Si penserà come si arriva a 300 pagine: semplice, se si ha la pazienza di leggere gli articoli. Ognuno di questo, infatti, invece di occupare due, tre righe per essere comprensibile, non sfugge alla mai scomparsa “moda “ tutta italiana della complicazione del semplice. Ed ecco gli articoli del Decreto, che partono con i riferimenti a leggi e regolamenti ormai desueti, che potrebbero essere tralasciati, visto che c’è un principio generale del Diritto “una legge o regolamento precedenti non sono più applicabili, se in contrasto con la nuova legge o regolamento”, punto. Pregevole è lo studio che subito ha fatto su questo Decreto il bravo giornalista e scrittore Sergio Rizzo. Riporto integralmente quel che ha scritto sull’art. 68 di questo parto distocico del Governo; l’articolo in questione recita: “Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche agli atti di cui all’art. 9, commi da 3- bis a 3-sexies, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, e alle ingiunzioni di cui al regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, emesse dagli enti territoriali, nonchè agli atti di cui all’art. 1, comma 792, della legge 27 dicembre 2019, n. 160“, chi l’avrà scritto, si domanda Rizzo? Certo un giurista sopraffino per aver inserito un rimando ad un regio decreto del 1910, quando l’Italia ancora non aveva cominciato la guerra in Libia”. Ma non finisce qui: l’associazione dei costruttori, ad esempio, nel decreto del “Cura Italia” ha rilevato 472 rimandi ad altre leggi e regolamenti datati; nel “decreto liquidità” ad esempio, i “rimandi a leggi, anche del 1931, sono “appena” 190, e così via. Peccato che una legge dell’aprile 2009 (art. 3) reciti testualmente: “Il richiamo ad altre leggi o regolamenti deve essere di chiara comprensione”. Mai applicato, questo articolo! Quel che è chiaro, invece, è che nel Decreto siano compresi altri “consulenti “, come nel Consiglio di Amministrazione dell’Enit, o un aumento delle strutture dei consulenti del Ministero dello Sviluppo Economico. Non bastavano i 700 e passa consulenti già nominati, più altre centinaia nelle singole Regioni, o lo “scudo” giuridico di cui gode il Commissario agli acquisti (milioni e milioni di euro da spendere; si pensi al disastro “mascherine”) della Protezione Civile (può acquistare anche senza gara, e senza il vaglio della Corte dei Conti !). Capite, cari lettori? Il Coronavirus ha mietuto migliaia di vittime, due volte tali, perché non hanno avuto nemmeno il conforto dei parenti al momento del “passaggio” ; ha spaventato, e spaventa, 60 milioni di Italiani, a cominciare dai bambini, perché incoscientemente i mass-media riprendevano con le telecamere le bare allineate, in orario che dovrebbe essere “protetto”. Ma ha dato anche la possibilità a “nuove star” di mostrare tutta la loro proterva “scienza” (a lauto pagamento ) in tv, mentre altri loro colleghi erano in trincea a lottare il male, assieme a tutto il personale paramedico e amministrativo, lasciando sul campo centinaia di morti. Per non parlare, poi, di chi ha fatto “tesoro politico” di questa pandemia. Ma questo è altro discorso che voglio “risparmiare” ai lettori, perché richiederebbe pagine intere del giornale.