Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Acrobati del consenso verso le Amministrative

Opinionista: 

Una pattuglia acrobatica, a poco più di due mesi dal voto, prova a tenere in vita una vicenda elettorale che, almeno a Napoli, non solleva particolari entusiasmi. È una storia emblematica della crisi della politica, delle sue illusioni, dei suoi egoismi, delle sue manipolazioni. In giro, qualche raro manifesto elettorale di qualche candidato sindaco, assenza totale di pubblicità per consiglieri vecchi e nuovi e, al primo snodo della trama, primarie che incombono da destra e da sinistra, scelte ancora da chiarire, per un elettorato stanco anche di ascoltare. Siamo decisamente in ritardo in una città eternamente alla ricerca del tempo perduto, un’area metropolitana che non dovrebbe rallentare ma correre di fronte alle sue mille emergenze. E così, la disputa delle primarie del Pd andrà in onda il prossimo week end (una sfida spregiudicata che lascerà, forzatamente, sul campo, politicamente, morti e feriti ), tra i 5 Stelle prevale ancora una certa incertezza, mentre nessuno sa, al momento, quando e come si celebreranno le primarie del centrodestra. Una situazione confusa che vede, al momento, in pista solo i due vecchi sfidanti del passato. Gianni Lettieri che da settimane va suonando il suo tam tam elettorale e Luigi de Magistris, scarsa propaganda visiva ma un certo movimentismo tipico dei preludi legati al voto. Entrambi non paiono, al momento, candidati di una vera coalizione, entrambi viaggiano trasversalmente in elettorati frastagliati, compositi, consapevolmente lontani dai partiti, acrobati del consenso in un momento in cui le affezioni ideologiche paiono spente e la strada maestra vive nel rapporto personale, scandito da cento incontri e mille contatti. Non è più tempo di manifesti martellanti, di assemblee aperte, di comizi infuocati. Tutto vive sottotraccia, soprattutto tra i legami del web che, tra l’altro, ha il grande merito di costare poco o nulla. Chissà se un poster, una locandina, uno striscione hanno ancora una funzione in una campagna elettorale di questo tipo? Ne parlavo l’altro giorno con uno dei più importanti fotoreporter italiani. Siamo arrivati ad una conclusione pratica. L’ immagine, da sola, non basta. Deve essere filtrata da chi opera lo scatto e, successivamente, corredata da un messaggio agile che entri subito nel cuore della gente. Poi, ovviamente, c’è la crisi che incombe, le campagne giocate, ormai, sul filo di poche migliaia di euro, la stampa dei “ santini “ come unico, autentico approdo, i rituali della vecchia politica che si sono apparentemente dissolti. Si scandiscono, quindi, allestimenti un po’ improvvisati in attesa di tempi migliori, mentre i simboli si scoloriscono, i programmi parlano eternamente di sviluppo e lavoro e la gente, giorno dopo giorno, preferisce rifugiarsi nel suo privato.