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Addio a Mirna Doris, regina di Marechiaro

Opinionista: 

Quando ieri, alle prime ore del mattino, mi è giunta notizia, poi inutilmente smentita dai social, della scomparsa di Mirna Doris, artista inconfondibile e amica carissima, ho provato un senso di profonda tristezza da restare ammutolito. Scrivere di un personaggio del suo valore e di un’amica, la cui frequentazione ci ha arricchito non solo per la sua inimitabile espressività canora ma anche per la travolgente vitalità del suo carattere, è davvero molto difficile. C’è una tale sovrapposizione di ricordi, di emozioni, legati a circostanze di lavoro e di incontri tra amici comuni, che riesce impossibile poter racchiudere in poche note un esaustivo ricordo. La sua amicizia non era mai fatta di quei convenevoli di facciata, che durano l’attimo di un saluto, uno scambio formale di auguri, ma aveva sempre momenti di confidenza e di riflessione sulla vita, i successi, le delusioni. Ischia, dove lei trascorreva spesso buona parte delle vacanze estive, era il luogo ideale delle nostre rimpatriate; nella baia di San Francesco in particolare, ospite nella villa del suo amico coiffeur Peppino Bruno, tragicamente scomparso tre anni fa. Mirna era unica, di una spontaneità particolare, che si manifestava con modi sinceri, ma a volte anche burberi, da renderla subito capace non di rubare la scena ma di incantarla. Questo nella quotidianità e sulle scene. Dovunque si andava, era accolta con particolare calore dalla gente, di ogni età, la quale si accorgeva, solo nel chiederle un autografo, della sua amabilità profondamente napoletana, di chi è nata “abbascio Marechiaro”, dove tutto è sogno e poesia, a maggior ragione se l’estro, come nella sua arte, si è sempre accompagnato alla passione. Il suo tratto distintivo ne ha connotato anche i sentimenti di donna che fu innamorata di un amore infinito. È vero, e spesso lo si diceva, che Mirna Doris ha avuto la fortuna di crescere, maturare e imporsi quando il parterre artistico napoletano aveva big e star internazionali da Sergio Bruni ad Aurelio Fierro, Mario Merola, Mario Da Vinci, Nunzio Gallo, Mario Trevi e Mario Abbate. Ma si aggiungeva sempre che questo era stato anche un rischio, che l’avrebbe anche potuta penalizzare. E se non la penalizzò, fu perché Lei era grande ed era impossibile solo pensarlo. Paolo Limiti, il grande cultore della memoria, artista e figura prestigiosa nel mondo dello spettacolo, fece di Mirna una icona nazionale nelle sue trasmissioni televisive; la sua presenza ai programmi di successo “Ci vediamo in Tv” e “Alle due su Raiuno” non furono un sipario per accontentare uno share regionale ma per tributare il più grande e qualificato omaggio al patrimonio canoro e culturale di Napoli. Fu in quegli anni che nacque la nostra amicizia, rafforzatasi negli anni, soprattutto quando era solita bussare alla porta del “Roma” e consegnare la sua pastiera, le sue zeppole di San Giuseppe, i suoi babà al rhum. Era un appuntamento tanto atteso dalla nostra redazione, quasi scaramantico, che si è protratto sino al Natale scorso quando la sua già precaria salute iniziava ad essere aggredita da quel male incurabile che l’ha sottratta ieri mattina anche ai nostri affetti. Ci mancherà il suo sorriso. Mirna mancherà a Napoli, che amò e da cui è stata sempre amata. Le sue mille interpretazioni da “Core spezzato” a “’Na sera ’e maggio” resteranno inconfondibili per la loro intensità espressiva. Le agenzie parlano della sua scomparsa come dell’addio della regina della canzone napoletana, un appellativo, si può dire, mai così tanto meritato. Addio regina di Marechiaro.