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Al Vomero l’accattonaggio è un fenomeno consolidato

Opinionista: 

Ho passato la parte più coinvolgente della mia attività giornalistica nel cercare di captare l’attenzione dei lettori del “Roma” e delle autorità preposte alla cura dell’ordine pubblico, su fenomeni che si sono negli anni consolidati e rivelati infestanti. Parlo dell’accattonaggio svolto soprattutto in ambito associativo e professionale con il ricorso a donne ed a lattanti e comunque a minori; della arroganza degli islamici che da anni stanno occupando i centri storici delle città europee dopo aver infestato le periferie; del malaffare organizzato come la camorra nostrana e la mafia nigeriana. Il risultato dei miei interventi ultra decennali (incominciati quando l’amico Genny Sangiuliano, attuale ministro della Cultura, era direttore del “Roma”) è stato lo sfiancamento di Antonio Sasso che da moltissimi anni si occupa del nostro giornale, una serie di minacce da parte dei Rom e degli immigrati africani (molti di questi ultimi mi chiamano “the man with the walking stick” per il mio vezzo di passeggiare con il bastone da compagnia) che in un contesto gestito a livello alto e delinquenziale mi vedono come il fumo negli occhi. Inutili sono state le campagne in prima pagina sul quotidiano più antico dell’Italia post risorgimentale e su altri periodici e giornali. Qualche giorno or sono ho risegnalato alle autorità di Pubblica Sicurezza cui è affidato il Vomero la presenza capillare di donne africane con piccini con cui accattonano liberamente lungo le vie principali del quartiere collinare. In settimana ho richiamato l’attenzione, esponendomi, su di un ragazzo di colore che occupava un “posatoio” a via Tino da Camaino accasciato dietro un contenitore di rifiuti solidi urbani. Tutti sanno come questi ospiti siano sfruttati dalla mafia nigeriana ed i commercianti italiani fuori dei cui negozi stazionano potrebbero confermare come alla fine del turno di cinque ore i falsi mendicanti cedano una media di ottanta euro in spicci in cambio di carta moneta. Ebbene l’unico risultato di decenni di interventismo a beneficio dei poveri bambini e schiavi è la taccia di rompiscatole pedante e seriale ed una certa prevenzione della Prefettura che in altri tempi e luoghi dovrebbe intervenire ed incoraggiare. Il falso accattone di via Tino da Camaino alla poliziotta da me avvisata dell’indecente presenza di uno straniero che piagnucolava, si è sentita dire dal segnalato che chi le stava di fronte era un clandestino e che quindi per i documenti non c’era proprio nulla da fare; i signori africani che fanno i turni sotto la chiesa dei Fiorentini a piazza degli Artisti approfittando della bonomìa del carismatico parroco Don Lello sono stati affiancati dal collega rom che utilizza una bambina bellissima per pitoccare. Il tutto a 100 metri dal Commissariato di Pubblica Sicurezza ed a 500 da un importante presidio dei Carabinieri ripetutamente allertati dal giornalista cittadino che per solidarietà rischia ogni giorno l’affettuosa coltellata.
(carloni.f2@gmail.com)