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Aldo Masullo: ognuno ricominci adesso da sé

Opinionista: 

Un intellettuale che sapeva parlare con tutti. Così Gaetano Manfredi, rettore della Federico II e ministro dell’Università, sulla figura di Aldo Masullo di cui si avvicina il trigesimo. Un filosofo mai prigioniero dei propri, intensi e rigorosissimi studi (non per caso molto attratto da Giacomo Leopardi i cui studi, però, erano “matti e disperatissimi”) che pure nei momenti più imbarazzanti, scioglieva con dialettica avvincente nodi e situazioni un po’ “insidiose”. Il sapere filosofico diventava allora abile e vivace comunicazione. Un ricordo riporta a San Giorgio a Cremano, villa Bruno. Si parla di Massimo Troisi, ma subito il discorso si sposta sugli intricati problemi di Napoli, dell’area vesuviana e della politica ritardataria. Come uscirne? Groviglio di proposte. Masullo ascolta tutti attentamente e poi indica la via d’uscita nella formazione di una cittadinanza critica e attiva. ”Abbiamo ricordato Troisi. Lui diceva che ricominciava sempre da tre? Bene, ognuno di noi prometta ‘io ricomincio da me’”.

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CON MONTANELLI. Dopo 20 anni di direzione, nel gennaio del ‘94 il grande Indro lascia “Il Giornale” in aperto contrasto con l’editore Silvio Berlusconi. Alcune settimane dopo è a Napoli, teatro Mercadante gremito, per presentare il progetto della “Voce”, il nuovo quotidiano da lui promosso e firmato. Dice, in sostanza, che avrà un’impostazione liberale, ancorato ai valori storici di uomini come Giovanni Giolitti, Luigi Einaudi e Alcide De Gasperi, aperto al pluralismo delle opinioni. Si apre il dibattito e Aldo Masullo interviene: il richiamo al Risorgimento è un dovere, ma non può essere mai di parte, né il pluralismo delle idee sottrae alla responsabilità di avere sempre una precisa idea e identità. Montanelli ascolta e risponde: ”Professore, apprezzo molto quello che ha detto. Se mi manda un testo scritto, glielo pubblico in prima pagina”. Qualcosa univa i due. Indro affermava: “Prima di scrivere, penso a quello che in quel momento i miei lettori hanno in testa”. Aldo: prima di prendere la parola, ascoltava sempre tutti con grande scrupolo, girando gli occhi sui suoi interlocutori.

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LO STUDIO RAGIONE DI VITA. Con Aldo Masullo (e a volte con Aniello Montano ricercatore dell’antichità greco-romana), si scherzava volentieri, e con un po’ di impertinenza: ”Ma la filosofia non è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo resta tale e quale?”. Immediata la risposta, con un leggero sorriso disarmante: “Sì, ma senza la filosofia l’uomo non avrebbe mai saputo chi è stato e chi è”. Toccati e “armi” deposte:poi tutti in aula (l’Ateneo non portava ancora il nome di Federico II), a sentire lezioni di Storia della Filosofia, Filosofia teoretica e Filosofia morale.

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UNA DIMENSIONE EUROPEA. I “campi” che Masullo ha esplorato con grande intensità e acutezza ne hanno fatto, via via, una delle voci più autorevoli di tutto il secondo Novecento. Innovative, alla luce degli sviluppi politici e storici fra soggettivismo ed esistenzialismo, le intense ricerche su Fichte, Hegel (la Filosofia del Diritto), Husserl, Heidegger. Punti centrali del suo approdo (sempre problematico): la complessità sociale dove ogni uomo va visto come “socio” di una comunità in movimento e sullo sfondo di una natura che ci dà la vita però non in proprietà, ma sempre e solo in prestito. Una comunità che resta il nostro insostituibile fondamento generatore di autonomia e libertà, in una dimensione “patica” della vita.

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ULTIMO SCORCIO. Infuria il pandemico Coronavirus. Anche Masullo fa vita di coatto ritiro nella casa di viale Michelangelo (sulla porta d’ingresso il semplice titolo di Avvocato). Tuttavia, già negli ultimi tempi più rade le sue uscite e gli incontri pubblici. I contatti sono telefonici. La sua voce sempre cordiale e vigile come pronti i ricordi e lucida la memoria. Veloce un pensiero: “Sembra che siamo diventati tutti dei fantasmi che si muovono senza corpo”. Promessa di riattivare i contatti fisici appena usciti dal tunnel. Passano alcuni giorni. Domenica 12 aprile è Pasqua. Masullo compie 97 anni: un punto di arrivo e un giorno che non appartengono a lui solo. Non è però opportuno telefonargli. Si pensa alle sue due linee intasatissime. Giovedì 16 aprile il nuovo contatto. La sua voce è adesso meno intensa, più flebile. Il saluto però sempre cordiale accompagnato da un “adesso ci vuole molta pazienza”.

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RESTANO POCHI GIORNI. Per Aldo Masullo arriva il venerdì 24 aprile. ”Innamorato e curioso della vita come pochi -testimoniano i figli Carlo, Lorenzo, Paolo, Augusto - ha infine, dopo lunghi e pieni anni, conosciuto l’estremo momento dell’umano patire. Vivrà ancora nella luce del suo pensiero e nello spirito di tutti noi”. Un moto di profonda commozione attraversa immediatamente, e lega insieme, le nostre coscienze.

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MESSAGGIO PIÙ CHE MAI VALIDO. La pandemia non è ancora finita e l’uscita (definitiva?) dal tunnel non sembra tanto a portata di mano. Però è certo che la “nuova società”, in cui ci ritroveremo catapultati, sarà anche strutturalmente -oltre che sul piano delle relazioni umane e interpersonali- molto diversa da quella precedente. Possibile averla migliore? Aldo Masullo, con il divertito riferimento a Troisi, sollecitò ognuno di noi, nel rispetto dei diritti e doveri costituzionali, a “ricominciare da sé”.