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Assalto a Capitol Hill, due sicari e due misure

Opinionista: 

Mai avremmo potuto immaginare quanto accaduto negli Stati Uniti. La notizia e le immagini dell’invasione del palazzo del Congresso da parte di centinaia di persone, mentre altre migliaia manifestavano pacificamente fuori, in pochi minuti sono rimbalzate su tutti gli organi di informazione del globo. Si è assistito sicuramente a fatti importanti che si leggeranno nei futuri libri di storia e descritti, come oggi leggiamo sui media, come il più grande attacco alla democrazia statunitense. Gli sguardi e le parole di tutti i commentatori, anche quelli politici del nostro Paese, erano intrisi di sconforto ed apprensione ed ognuno ha fatto a gara ad esprimere il proprio parere su quanto e come Trump abbia sollecitato ed incitato una manifestazione da tanti definita golpista. Al di là di ogni considerazione, però, dell’operato dell’ex presidente e dei numerosissimi accoliti che hanno raccolto il suo “invito” a manifestare in Campidoglio, e al di là delle impietose scene carnevalesche di taluni invasori mascherati (che tutto possono far pensare tranne che ad un vero e proprio golpe), coloro che hanno manifestato sdegno e preoccupazione per la violata democrazia americana non hanno pronunciato una sillaba sul fatto più grave dell’intera vicenda. Si è assistito ad un omicidio volontario, ad una vera e propria esecuzione, di una donna trentacinquenne disarmata. Ebbene, nessun commento e nessuna indignazione si sono levato verso quelle immagini vergognose per qualsiasi nazione democratica; sono state diramate solo sterili informazioni su chi e cosa fosse. Si è continuato a disquisire di democrazia, di Trump e di Biden, come esperti costituzionalisti o più intimi conoscenti dei due presidenti. Nessuno ha pronunciato una sillaba in favore di quella povera donna o stigmatizzato il comportamento di chi, con la freddezza di un cecchino e a distanza ravvicinata, ha sparato e ne ha spezzato la vita. Tutto sommato va bene così. Se sostieni un gaglioffo, la tua vita e le tue idee valgono poco o nulla e ogni mezzo per fermarti è lecito. Il tuo assassino è un eroe, se non da celebrare, da tutelare col silenzio e a nulla rileva il fatto che tu fossi di fronte a lui armata solo delle tue idee e delle tue braccia. Si badi bene, non si giustifica quanto è avvenuto a Washington e chi ha sbagliato dovrà pagare, istigatori inclusi e, anzi, si irride pure quell’armata Brancaleone da strapazzo. Non si può rimanere inerti, però, rispetto alla ipocrisia di coloro che tacciono di fronte all’assassinio di quella donna e alla scelleratezza di chi sostiene che se l’è cercata. Dove sono gli sciccosi democratici sempre pronti a commentare ed esaltare la legittimità di ogni tumulto e a criticare le modalità di chi tenta di placarlo? Dimenticavo, dipende da chi partecipa al tumulto e dalle idee certamente nobili che intende affermare a prescindere da eventuali azioni criminali o distorsive dell’ordinamento democratico. Non chiedo di vedere inchini come è accaduto per il povero George Floyd ma neanche atteggiamenti pilateschi in virtù dello schieramento di appartenenza e del nemico di turno. Povera Ashli. Poveri noi.