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Coerenza e buon senso fanno crescere FdI

Opinionista: 

La coerenza vince: Meloni e Fratelli d'Italia hanno dei “no” da snocciolare. E lo stanno facendo da tempo. Tant'è che è proprio la coerenza su questi “no” che fa crescere il partito (10,6%) e aiuta la leader (40%) a scavalcare Salvini (37%) nel gradimento degli italiani, secondo il sondaggio del Corsera di ieri. Ma a Napoli, su ”L'onda del cambiamento”, per la prima conferenza programmatica, li ribadiscono. L'appuntamento rappresentava l'occasione per dimostrare che non si tratta di “no” pregiudiziali - come quelli “grillineschi” alla Tav, alle opere pubblliche, alla realizzazione delle infrastrutture, all'industria, e a tutto ciò che fa sviluppo - che ingessano il Paese. Ma sono i “no” del buon senso, per rimettere in moto la macchina. Quelli, di chi vuole costruire il futuro, ma prima intende – perchè indispensabile - sgomberare il campo di gioco dagli ostacoli - fra cui l'attuale maggioranza – alti e appuntiti di cui è ricoperto. Solo cosi, sarà possibile innestare la marcia della ripartenza. “No”, quindi, al “reddito di cittadinanza che ha peggiorato i nostri conti pubblici” (8 miliardi quest'anno, di 10 il prossimo) “e non ha creato, nè creerà, neanche un posto di lavoro”. Anzi, è servito soltanto a dare una “paghetta” - e neanche tanto, piccola, in verità - a fannulloni, deliquenti, lavoratori in nero, finti separati e così via. Tant'è che fra i 500 emendamenti, presentati da FdI alla legge di bilancio 2020, molti suggeriscono destinazioni diverse – soprattutto verso il welfare familiare - per le risorse attualmente finalizzate al reddito di cittadinanza. E quindi, asili nido gratis, congedo parentale interamento retribuito per i primi sei mesi e all'80% nei primi 6 anni; reddito d'infanzia con assegno di natalità maggiorato. E “no” anche alla proposta di Giancarlo Giorgetti per un tavolo sulle riforme condiviso con la maggioranza “che rischia soltanto di dare ossigeno e allungare la vita a una legislatura che non ha – semmai l'ha avuto - più niente da dire”. Ancora di più, “perchè se il centrodestra si unisce per discutere e guidare le regioni è giusto e doveroso lo faccia anche su questioni importanti quali le riforme che rappresentano un tema tanto decisivo” – così come le nomine nelle partecipate pubbliche e l'elezione del nuovo Capo dello Stato - da non poter essere lasciato a un Parlamento di “nani e ballerini”. Tra l'altro impauriti dal rischio di perdere lo scranno e minacciati di elezioni anticipate da una compagnia di ventura di giallorossorosa vestita, divisa perfino sul padrone a cui svenderci. Grillo, Di Maio e 5stelle preferirebbero i cinesi, che hanno già allungato le mani sulle aziende della nostra filiera agroalimentare, sui porti: Napoli come varco d'ingresso della via della seta per le merci cinesi e Trieste come terminale; sui nostri gioielli energetici: Eni, Enel, e, ancora, su Telecom, su Unicredit e Monte Paschi di Siena, Cdp Reti che gestisce partecipazioni in Snam, Italgas, e Terna. Mentre Giuseppi, Zingaretti e il pd, invece, vorrebbero regalarci all'Europa, foraggiando il cosiddetto Fondo Salva Stati o Mes – pensato per salvare la le Banche tedesche e francesi e destinato ad affossare definitivamente le nostre.insieme al risparmio degli italiani - con oltre un centinaio di miliardi di euro che non rivedremo più. E anche su questi aspetti il “no” della Meloni – anche a proposito della firma di Conte, a giugno scorso, in calce al testo, cosi come confermato dal ministro Gualtieri, inemendabile del Mes che sarà sottoscritto a febbraio prossimo – è stato forte e chiaro, allo stesso modo che sull'immigrazione massiva e senza argini. E per protestare contro quello (il Mes) che ritiene un “Alto tradimento verso gli italiani”, il 9 dicembre FdI sarà a Bruxelles per rivendicare la sovranità nazionale. E per il Sud, “senza il quale l'Italia non cresce” bisogna realizzare le infrastrutture necessarie, “finanziate non come finora sulla percentuale dei residenti: 70% al Nord e il 30 (a parole!!! ndr) al Sud bensì tenendo conto di quello che manca”; ma anche attraendo gli investimenti delle aziende, con grandi numeri, anche in fatto di organici e, quindi, di valore aggiunto, introducedno la fiscalità di compensazione e la decontribuzione per le aziende che assumono per sostituire le dipendenti in gravidanza. Servirà anche a far decollare l'occupazione al femminile.