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Comunali, nun se méttono scuórno

Opinionista: 

miei lettori più affezionati sanno che non credo alla bontà del sistema democratico nei paesi caldi. I napoletani, come i messicani, gli arabi, i negri dell’Africa e tante altre popolazioni lontane dai poli, hanno bisogno di un “mastogiorgio” che li faccia correre. Difficile, quindi, adattar loro un sistema che funziona in Islanda, in Svezia, in Canada e in Gran Bretagna. La diarchia spartana funzionò mille anni, la democrazia ateniese del dittatore Pericle lo spazio di una generazione e sappiamo quanto male ne pensassero Aristofane e Platone. Adesso il piddì vuole imitare gli Stati Uniti d’America, dimenticando che quel Paese nacque da una sanguinosa guerra di popolo contro gli inglesi per conquistare l’indipendenza, mentre l’Italia fu unificata ad opera di un contractor, ingaggiato dal governo inglese per conto di una società controllata dai Rothschild. Non può essere un caso che le primarie, inventate in Italia dalla sinistra e, disgraziatamente, ventilate anche da altri settori di ciò che resta della politica, siano sempre motivo di scandalo, con il convogliamento di cinesi, musulmani ed altri alieni oppure con la distribuzione di monetine fuori i seggi. Oddio, una cosa buona sembravano averla fatta queste primarie napoletane: l’eliminazione di Antonio Bassolino, l’uomo forte della sinistra, “povero ma aunesto”, l’unico personaggio con un passato da politico. Un passato da dimenticare non soltanto per le ecoballe e la terra dei fuochi, prodotti del tempo in cui l’uomo di Afragola era presidente della Regione e commissario governativo per la bonifica e per la gestione dei rifiuti, ma anche per la desertificazione del Largo di Palazzo, le luci in forma di supposta e gli chalet disneyani nella Villa Borbonica, il dissesto delle casse comunali, l’introduzione delle notti bianche ed altre piacevolezze del genere. Sembrava, a questo punto, che la candidata piddì per Palazzo San Giacomo, dovesse essere tal Valeria Valente, un tempo seguace dell’afragolese ed ora di Matteo il petrusiniéllo. Per saperne di più sono andato su Wikipedia e così ho appreso che ha molto in comune con Bassolino, essendo cresciuta nel partito; il suo cursus honorum inizia come assessore nella seconda giusta Iervolino e prosegue con il seggio a Montecitorio nell’ultima legislatura. La sua specialità sono le “pari opportunità” e il suo pregio principale è il sesso femminile: considerati i precedenti e i contemporanei, vale a dire l’insignificante esperienza gestionale di Rosetta e i recenti exploit delle sindachesse di Quarto e Maddaloni, non si tratta di qualità idonea a promettere alcunché di buono. Ma il sangue (afragolese) non è acqua ed ecco che l’avversario, battuto per poche centinaia di voti, impugna il risultato, esibendo filmati di personaggi che, nei quartieri rossi, distribuiscono monete ai votanti. Spettacolo, invero, assai poco edificante. Debbo dire, però, in difesa di donna Valeria, che quei quartieri hanno sempre votato compatti secondo l’ordine proveniente dal partito, indipendentemente da eventuali bonus. Meraviglia, piuttosto, la maggioranza ottenuta da Votantonio nei quartieri “bene”, a dimostrazione del teorema che a Napoli la borghesia superi di gran lunga la plebe nel difetto di memoria storica, nonché di intelligenza e moralità politica. Le candidature dei piddì, in ogni modo, non sembrano destinate nemmeno ad arrivare al ballottaggio, ove sarà, invece, sicuramente presente Supergiggino, favorito da una tradizione che vuole riconfermati i peggiori sindaci e dalla evidente imbecillità di una gran parte dell’elettorato. Uno che ha donato alla città, oltre che le buche, le piste ciclabili e le zone pedonali, i proclami su una raccolta differenziata rimasta poi al palo, le famigerate regate con i residui lasciati in terra e in mare, i concerti a pagamento nel Largo di Palazzo, il fantomatico Forum delle Culture che ci ha sputtanato in tutto il mondo e, da ultimo, un tetto di plastica per la Cassa Armonica e un muro di pietra lavica nel Lungomare Liberato, può, in verità, essere rieletto soltanto da una massa di imbecilli. Questi sono i personaggi che le varie anime della sinistra ci propongono. E nun se méttono scuórno.