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Corno rosso napoletano per il Matteo padano

Opinionista: 

Chissà se Matteo Salvini ha aggiunto un bel corno proveniente dai “puzzolenti” napoletani vicino alla corona del rosario che quando può sbandiera ai quattro venti. Chissà! Le cose proprio non vanno bene per lui. C’è la Procura della Repubblica di Milano che continua imperterrita ad indagare sui 49 milioni di euro ottenuti dalla Lega con rimborsi elettorali non dovuti. Giovedì il Senato ha detto sì alla richiesta di rinvio a giudizio per l’Open Arms. L’ex ministro dell’Interno andrà a processo per sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di oltre cento migranti salvati nel Mediterraneo. Insomma, ad appena un anno dal Papeete le cose si stanno capovolgendo per Matteo. Allora erano tutte “rose e fiori” e niente lasciava presagire quello che poi sarebbe avvenuto: un crollo totale per il Capitano. Al Papeete, con la sua migliore faccia d’impunito, era convinto d’essere il “padrone” in pectore dell’Italia. Se qualcuno gli avesse ipotizzato l’attuale scenario l’avrebbe, come minimo, mandato a “scopare il mare”, per non dire altro. Non mancano per Matteo i problemi in “famiglia”. La “sorella d’Italia” Meloni non è una che sta a guardare senza reagire. È attenta, partecipe, soprattutto furba. E quest’ultima, la furbizia appunto, è una dote che in politica fa fare passi da gigante. E la morale, la fedeltà, il rispetto dei “compagni di viaggio”? Questo è un altro discorso che per la politica, in questa fase storica - e forse non solo in questa -, c’entra come i “cavoli a merenda”. Dicevamo che Giorgia in questo periodo ha lasciato perdere le battute tranchant, ad effetto, che bloccano ogni possibilità di dialogo. Ed ha cominciato a “ragionare” valutando la possibilità di poter raggiungere il potere. Quello stesso “potere” che il Matteo padano, con una serie di errori dettati dalla sua megalomania, ha compiuto. E che l’hanno portato irrimediabilmente fuori dalle ambite stanze di Palazzo Chigi. Buon, ovviamente, per “l’avvocato d’Italia”, Peppino Conte, che tra scosse, scossoni e terremoti certamente arriverà alle prossime elezioni politiche con un’eredità, al di là di quello che pensano i 5Stelle, che lo porterà ad alte mete. Alla faccia di quelli che credevano che fosse solo una pedina che si poteva muovere a seconda degli interessi di parte. Ovviamente “la parte” è rappresentata dai 5Stelle. Il cambio di rotta della “sorella” Giorgia si capisce molto bene dalle sue attente, misurate dichiarazioni sulla vicenda del Recovery Fund. Secondo Giorgia: “Fratelli d’Italia antepone sempre l’interesse della Nazione a quello della fazione”. E se Conte “difenderà fino in fondo gli interessi del popolo italiano sappia che ci troverà al suo fianco”. Poi aggiunge, mettendo, come si usa dire, “le mani avanti”: “ha fatto scalpore che io abbia detto ‘se Conte difenderà l’interesse italiano ci troverà al suo fianco’. Io sono a fianco dell’Italia non di Conte. Perché noi non siamo la sinistra, per noi l’Italia viene prima di tutto.” Mentre al ritorno di Conte da Bruxelles Salvini dichiara imperterrito: “Una fregatura grossa come una casa! Anzi una superfregatura!”. Il Capitano – capitone - però resta solo con il suo parlamentare Alberto Bagnai antieuropeista a ripetere il ritornello: “Il Recovery Fund è un inganno”. Ma, al di là dei suoi avversari italiani, chi gli dà torto senza possibilità di replica è il suo sodale olandese che dichiara che gli 82 miliardi “sono un regalo agli italiani”, proprio quando Salvini parlava di fregatura. No, la fregatura non c’è e la “Zucchina di mare” Giorgia lo sa bene e si affretta a dichiarare: “Abbiamo tifato per l’Italia, anche se si poteva fare ancora di più”. Niente di compromettente, di tosto, ma una dichiarazione tutto sommato – sapendo da quale pulpito viene – misurata. E la riprova di tutto ciò viene dal capo del Pd, Zingaretti, che afferma: “Queste parole le fanno onore”. Ma il capo dei democratici, oltre agli encomi per Giorgia, una mossa la deve dare. Il suo partito è in calo e non si capisce quale politica voglia mettere in atto per tentare di “unificare” il Pd Il dato da registrare è che la politica della Meloni sta funzionando sul piano dei consensi: Fratelli d’Italia 18% (+1.7%) - Lega 23,1% (-0,9%). Anche il Pd è in calo (-0,8%), mentre i 5Stelle sono al 18,9% (+0,9%). Che succederà prossimamente?