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Dall’oro di Oplonti una nuova ricchezza

Opinionista: 

Come rilanciare turismo e industria culturale nel napoletano? Basta valorizzare quello che c’è. In qualche circostanza, significa mostrare tesori finora quasi sconosciuti al grande pubblico. È il caso di Oplonti, l’antica Torre Annunziata, sepolta con Pompei dalla famosa eruzione del 79 d. C. Gli scavi hanno riportato alla luce delle ville meravigliose, Oplonti era infatti una zona residenziale di lusso. La più bella delle ville era addirittura la dimora di Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone. In un’altra stupenda struttura, a una settantina di metri in linea d’aria, poco più di trent’anni fa è stato rinvenuto un autentico tesoro. Monete d’oro e gioielli d’epoca, dagli anelli alle armille. Preziosi recentemente esposti in una bellissima mostra, che hanno attirato un vasto pubblico e, tra i tanti, quello più selettivo di alcuni maestri dell’oreficeria napoletana. Riprodurre nel 2016 gli ori di Oplonti, è un’idea progetto che sta sviluppandosi con consulenti come l’architetto Antonio Irlando, uno dei principali studiosi delle preesistenze archeologiche dell’area vesuviana, e Ciro Passeggia, esperto in marketing del settore orafo. L'idea è creare un brand che faccia da traino al nuovo concetto di distretto orafo; partendo dalla tecnica e arte romana per giungere alle nuove tecnologie di ingegneria dei preziosi. Oplontis, per dirla alla latina, può davvero essere uno dei tramiti prestigiosi attraverso cui consolidare e rafforzare flussi di turismo culturale già in crescita nell’ultimo periodo. L’azione di associazioni di settore, come Oroitaly, può dare impulso alla progettualità dei singoli. L’obiettivo, oltre che ispirarsi agli antichi gioielli dell’epoca pompeiana, di cui il forziere scoperto a Oplonti costituisce una impareggiabile testimonianza, è richiamare motivi decorativi del tempo, con tracce suggestive presenti proprio nelle ville destinate all’otium dell’elite romana, i privilegiati della corte dell’imperatore. Le nuove serie di gioielli ispirate ai tesori di Oplonti - ville e preziosi - potrebbero avere un effetto virtuoso, richiamando a loro volta l’attenzione universale sugli splendori di casa nostra. Dal 1997 Oplontis fa parte del sito Unesco “Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”. E’ tempo che ai riconoscimenti delle più famose organizzazioni internazionali faccia riscontro l’operatività degli uomini del marketing e dell’incoming. L’oro di Oplonti, come tanti altri capolavori dell’arte e della natura di Napoli e della Campania, può generare nuova ricchezza.