Degrado Galleria Umberto I: tutto come prima? Peggio
Non ci ha messo molto il degrado a riconquistare la Galleria Umberto I di Napoli, ammesso che l’abbia mai lasciata. A poco o nulla sono serviti gli interventi tampone e di facciata, gli stessi che vengono messi in campo quando si capisce che per i cittadini la misura è colma e bisogna far vedere che ci si attiva. E poi? Tutto torna come prima o peggio di prima. Anzi, per la verità, in occasione dell’ultima indignazione collettiva, gli unici miglioramenti si sono notati solo per qualche ora, di giorno, mentre “dal tramonto all’alba” la situazione è tornata ad essere praticamente quella degli ultimi anni. Non a caso ho citato il titolo di una famosa pellicola del genere horror, perché quello che si registra all’interno e all’esterno di questo straordinario monumento ha proprio i toni dell’orrore, per la legalità continuamente violata e l’incuria in cui si abbandona uno dei simboli della terza città d’Italia. Da mesi, sulla Galleria, assistiamo a rimpalli di responsabilità, alternati a crociate alla Brancaleone, dettate più dalla presenza di telecamere che dalla volontà di risollevarne le sorti. Parole, tante parole, senza mai avanzare proposte di ampio respiro e comunque senza passare mai ai fatti. Anzi, in questo desolante quadro emerge sopratutto la totale inconsapevolezza di essere Istituzione da parte di chi è invece chiamato ad amministrare e a garantire la dignità e la cura che deve essere assicurata alle aree cittadine. Basta riandare a certe dichiarazioni lette sui quotidiani, come quelle di un alto rappresentante delle Istituzioni che qualche giorno fa ha raccontato, ancora infastidito, del frastuono patito da casa sua per la ‘solita’ partita di calcio notturna, cui a suo avviso dovevano però porre rimedio condomini e commercianti, facendosi carico dei controlli. Insomma, quella della Galleria sarebbe tutta una faccenda di vigilanza privata. Mentre la sicurezza urbana sarebbe attentata nientemeno che dai tavolini selvaggi! Roba da far cadere le braccia, rendendo quasi surreale spiegare che i controlli e la sicurezza li devono garantire prima di tutto le Istituzioni, mentre ai privati cittadini spetta di mantenere atteggiamenti rispettosi del bene comune. La verità è che la sinistra, qui al Governo da decenni, continua a predicare legalità e rispetto delle regole soltanto a parole. È contro questa idea di politica miope, indifferente, ferma e complice che combattiamo una battaglia quotidiana. Vale allora la pena ricordare, per esempio, che se oggi anche a Napoli le forze di polizia sono dotate di taser, e presto arriveranno unità aggiuntive di personale per garantire maggiore sicurezza e vivibilità ai cittadini, lo si deve solo alla Lega, all’impegno e al lavoro instancabile di Matteo Salvini e del sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni. Senza questa azione della Lega, saremmo ancora qui ad aspettare invano gli interventi che la Lamorgese ha invece solo promesso durante le sue passerelle napoletane. Quanto al resto, invece di perdere tempo in discussioni inutili, è ora che l’Amministrazione si attivi realmente per la salvaguardia e il recupero degli spazi, a partire proprio dalla Galleria, uno dei principali poli di attrattiva, con un ruolo fondamentale per l’immagine di Napoli nel mondo. Concetto che ho sottolineato più volte lanciando una petizione per un bando internazionale di idee da indire con risorse messe a disposizione dalla Regione e rivolto alle maggiori griffe, nazionali ed internazionali, da coinvolgere per il recupero e il rilancio del monumento. Un piano che si basa su una convinzione: la Galleria deve “aprirsi” al mondo attraverso un progetto che la renda effettivamente il centro, anche logistico, oltre che economico e strategico, del nostro circuito turistico. Insomma, qui non servono i cancelli alle porte contro le invasioni notturne, come pure sento ripetere da mesi. Non serve indignarsi per le partite di pallone e per gli altri sport che si praticano di notte in Galleria, se l’unica cosa che poi si sa fare è dare la colpa del degrado e dell’inciviltà ai tavolini dei commercianti o ai cittadini che non hanno senso civico. Troppo facile, troppo scontato e banale. Il senso civico si può pretendere con serietà e autorevolezza con la forza dell’esempio e con l’evidenza delle azioni. E purtroppo sono innanzitutto queste a mancare, legittimando quel clima di lassismo e indifferenza generali che sono l’autentica piaga del Nostro Posto. Sarà scontato, ma permettetemi di ricordare una frase che diceva spesso mio padre: il pesce puzza sempre dalla testa.