Ditemi, per favore, ci sono o ci fanno?
Cari amici lettori, due sono le storie di straordinaria follia che scorrono nei notiziari. I protagonisti sono un maschio italiano e una femmina tedesca e le loro storie a un certo punto sembrano incrociarsi, anche se i due non compaiono insieme sulla scena di quest’opera buffa che, purtroppo, ingloba innumerevoli tragedie. La follia, però, non appartiene loro o, almeno, non soltanto a loro e non principalmente a loro.La vostra perspicacia ha certamente già identificato i due protagonisti: Giggino ‘e ‘ncòpp’o Vòmmero e fraulein Carola Rackete. Un ex giovanotto di buona famiglia medio borghese, che ha provato a fare il magistrato, il parlamentare europeo e il sindaco senza mai combinare nulla di buono; una ex ragazza piena di soldi che ha provato a fare diverse cose con un discreto successo. L’incontro avrebbe dovuto avvenire quando Giggino ha provato a dirigere un corteo di imbarcazioni simpatizzanti per i “migranti”. Ma poteva mai una ciambella del “sindaco ‘e miéz’a via” riuscire con il buco? Certamente no: la flottiglia gigginesca è rimasta così bloccata e frantumata da una regata di cui non si era tenuto conto. Carola la milionaria, invece, ha dato sfogo alla sua vocazione di ariete bellico. Ariete non perché abbia le corna (per quel che ne sappiamo è single) né per motivi astrologici (il suo segno zodiacale, allo stato, non risulta pervenuto), ma perché il suo temperamento, così simile a quello dell’Alfieri del “volli, volli, fortissimamente volli”, le impone di “vuttarsi ‘e capa”, travolgendo ogni ostacolo, come le Panzerdivisionen del suo predecessore Adolfo (per chi non avesse capito, ci stiamo riferendo al Führer, quello della croce uncinata e dei campi di sterminio). Così, quasi travolgendo un’imbarcazione della Guardia di Finanza che le sbarrava la strada, ha forzato il blocco e ha raggiunto il porto italiano che aveva scelto come sua destinazione. Il povero Giggino, deluso nelle sue ambizioni di protagonista a livello planetario, è tornato alle sue abituali occupazioni di frustrare le velleità dei cittadini da lui disamministrati. Costoro desiderano in qualche modo raggiungere luoghi di lavoro o di svago e poi rientrare nelle proprie abitazioni. Ed allora Giggino toglie dalla circolazione una parte dei pochissimi mezzi pubblici di trasporto sopravvissuti alla sua gestione e sfrutta le Universiadi per rendere ancora più difficile la circolazione delle auto private. Abbandoniamo, però, a questo punto, il nostro aguzzino, fallito anche come ammiraglio, per concentrarci sulla bionda valchiria. Costei non è affatto politicamente isolata come il boss di Palazzo San Giacomo; al contrario, è il braccio armato di un Golia, che dico, di un Leviatano e dei suoi mostruosi progetti di morte. Fatte le debite proporzioni, ha molto in comune con quell’altro “contractor” che fu il malefico Gallibardo. Quello lì fu mandato a punire le pretese napoletane di gestire le proprie miniere di zolfo ed eliminare uno pochi stati legati alla Tradizione. Questa qui è stata mandata per punire la pretesa di Salvini (e del 60% dei cittadini italiani) di frenare l’immigrazione clandestina ed eliminare l’Europa dei popoli e le sue tradizioni cristianogiudaiche. Fraulein Carola ha tantissima gente alle spalle: molti potenti senza volto e tanti altri personaggi disposti a perdere la faccia. Non parlo di omuncoli e donnacole come il giornalista ebreo amico dei palestinesi e l’ex ministro dem improvvisatosi marinaio della nave pirata, ma di persone che dovrebbero essere rispettabili come il presidente germanico, che non si indigna per le violenze della polizia tedesca sui migranti rispediti a forza in Italia ma è preoccupato per la sorte della ricca fraulein. Non si preoccupi, Herr President. Carola non è in carcere, ma in un bizzarro regime di arresti domiciliari, ella che non ha domicilio in Italia. Si parla di un divieto di soggiorno nella provincia di Agrigento, ove ella non ha alcuna ambizione di soggiornare. Un misura cautelare che fa ridere, poiché davvero non si vede come potrebbe evitare che comandi altre imbarcazioni private a forzare il blocco speronando le navi da guerra italiane. Io non spero che si attui il desiderio di tantissimi cittadini, che la vorrebbero in una cella di cui dovrebbero gettarsi le chiavi in fondo al mare. Nemmeno condivido le ambizioni di violenze libidinose condivise da molti giovani connazionali frustrati. Non propongo che sia affidata a spacciatori nigeriani capaci di depezzare le donne da loro violentate e uccise. Vorrei soltanto che la magistratura di Agrigento, già illustratasi con i tentativi di incriminare il nostro ministro degli interni, non ci prenda in giro. Dopo il caso Palamara la magistratura italiana non ha davvero bisogno di altre brutte figure. Sappiamo che la storia processale italiana degli ultimi decenni è disseminata di persone sbattute in galera senza ragione e poi assolte, nonché di criminali lasciati o rimessi in libertà in modo che potessero ancora uccidere, violentare e rapinare. Ma è proprio così difficile comportarsi seriamente in questo caso e mandare a giudizio la valchiria in stato di custodia cautelare? E allora, il discorso vale per tutti: politici, pseudo intellettuali, magistrati, sindaci, aristocratici e plebei. Tutti voi che tifate per Carola, ci siete o ci fate? In entrambi i casi, vedete di piantarla, perché avete veramente rotto.