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Ecco perché l’Universiade non è stata un “successone”

Opinionista: 

Gentile Direttore, anzitutto chiedo scusa a Lei e i tanti lettori del Suo giornale se uscirò fuori dalla voce osannante per le Universiadi appena terminate. Chiedo scusa, ancora, a due cari ed autorevoli amici, come Ermanno Corsi, che dalle colonne del Suo giornale ha enunciato le molte luci e le poche ombre che hanno caratterizzato questo evento; chiedo scusa, ancora, al nostro vanto napoletano, lo scrittore Maurizio De Giovanni, che dalle colonne di altro giornale ha lamentato la scarsa attenzione della tv di Stato verso l’evento stesso, specie con la non trasmissione in diretta della cerimonia di chiusura. Ho partecipato a tutt’e due le manifestazioni, e le ho trovate di grande livello, specie l’apertura, con la sfilata folkloristica di migliaia di atleti in rappresentanza di 127 Nazioni. Ho criticato gli iniziali fischi al sindaco di Napoli e al presidente della Regione, così come quelli indirizzati alle delegazioni di Germania e Francia, evidentemente “vittime” del clima di odio e rancore oggi disseminato in Italia. A me sembra, però, che si stia confondendo una bellissima cerimonia, che poteva essere anche, come tante volte lo è stato, uno spettacolo con protagonisti cantanti di musica leggera o opera lirica, come accade all’Arena di Verona, con il contesto dei 12 giorni, in cui le cerimonie di apertura dovevano cedere il passo agli eventi sportivi. Una Universiade, Olimpiade, Campionato del mondo, non sono solo cerimonie di apertura e chiusura, ma ben altro! L’evento sportivo deve essere il protagonista. Da questo punto di vista, non credo che l’Universiade di Napoli sia stata un “successone”. Inneggiare al successo anche in questo campo, esibendo le 44 medaglie conquistate, in luogo delle 32 vinte a Taipei nell’edizione precedente, mi fa un po’ sorridere, se penso che il primo classificato nel medagliere, il Giappone, che non è la megapotenza americana o cinese o russa, ne ha vinte 82! E se proprio vogliamo parlare della “forza dei numeri” e dello spettacolo offerto nei giorni, diversi dall’inaugurazione e chiusura, allora mi vengono a mente gli spalti completamente vuoti del San Paolo, quando si è esibita la disciplina detta “la regina dei Giochi” nelle Olimpiadi, l’atletica, appunto! Vedere, poi, che la piscina Scandone si è riempita di gente o lo stadio di Eboli pure, per la pallavolo, mi sembra un’enfasi fuorviante (stiamo parlando di poche migliaia di spettatori ). A proposito, invece, della lamentata “copertura” televisiva durante tutto il periodo delle Universiadi, mi sono visto “inondato” dai programmi in tutte le salse delle tv locali, che trasmettevano dal ritiro del Napoli di Dimaro, apprendendo anche quante volte al giorno il giocatore “X” andava a fare la pipì! E le tv commerciali, specie quelle piccole, trasmettono quel che fa più audience, per ovvi motivi di ricavi. Insomma, caro Direttore, qui stiamo enfatizzando una competizione internazionale sportiva di medio livello, assolutamente imparagonabile agli eventi sportivi, in cui il business, i capitali mossi, l’attenzione mediatica mondiale sono infinitamente più forti. Potremmo mai paragonare le Universiadi alle Olimpiadi (anche quelle invernali), ai Mondiali di calcio, agli stessi Europei o alle stesse gare internazionali di atletica? D’altronde, il Giappone ha potuto vincere il medagliere davanti a colossi come gli Stati Uniti, la Russia o la Cina, perché in quel Paese i migliori atleti escono proprio dalle Università, ma la qualità della manifestazione sportiva è di gran lunga inferiore a quella di una Olimpiade. Accontentiamoci, quindi, di quanto già ottenuto, senza impettirci troppo, però: intestarsi il merito di chi ha “superato l’esame” tra il sindaco di Napoli e il governatore della Campania, è un refrain fin troppo stantio. Cerchino, invece, di raggiungere un accordo su come andranno gestiti gli impianti recuperati. Non è compito improbo, visto che lo stadio San Paolo, rimesso a nuovo, sarà un “modesto” cadeau al presidente De Laurentiis, se il contratto che il Comune sta stipulando con la Società Calcio Napoli rimane invariato, nonostante i rilievi dei Revisori dei Conti! Un’ultima, piccola, osservazione: nella bellezza dello spettacolo di inaugurazione, ho trovato di poco gusto l’esibizione dalle Istituzioni sulla pelle di una sfortunata bambina, Noemi; l’accensione con un calcio di Insigne ad un improbabile pallone, del Vesuvio (non vorrei mai vedere anche un piccolo segno di fuoco da quella “vorace” bocca); e la presenza costante nel filmato di presentazione dei Giochi, anche come tedofora, non di atlete, ma probabilmente di qualche funzionaria della Regione. Questi eventi devono esaltare lo spirito universale dello sport (le Coree hanno sfilato assieme, come i palestinesi e gli israeliani, come le Nazioni arabe oggi in guerra) e non rappresentare una “vetrina” per chi ha bisogno di “ farsi vedere”.