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Ecco perché Renzi ha sparigliato le carte

Opinionista: 

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e la società Invitalia, soggetto attuatore della bonifica di Bagnoli, hanno, come si suol dire, sparigliato le carte. Ambientalisti e conservatori, nonsipuotisti e bastian contrari, erano pronti a sfoderare le lame e a gridare allo scandalo. Oggetto del contendere, la colmata. Si tratta di quel substrato di fango e detriti inquinati formatosi nell’area prospiciente l’Italsider in decenni di attività dell’impianto siderurgico. Per bonificare completamente Bagnoli bisogna rimuovere la colmata. Almeno così prevede la normativa vigente, ma, visti costi e difficoltà connesse all’operazione, la praticabilità dell’intervento è stata messa in discussione da autorevoli osservatori, tra cui imprenditori di spicco. Come accade quasi sempre in Italia, e a Napoli di più, la questione, anziché essere oggetto di un dibattito pacato e approfondito, ha finito per assumere le parvenze di una querelle ideologica. Mercoledì 6 aprile, giorno della ufficializzazione in pompa magna del piano per Bagnoli alla presenza del premier, il partito dei “no pasaran” era pronto a osteggiare qualsiasi ipotesi alternativa alla rimozione, additando al pubblico ludibrio il governo colonizzatore venuto a saccheggiare paesaggi e cementificare orizzonti. È malizioso sospettare che siano rimasti delusi dall’annuncio che la colmata sarà effettivamente rimossa? Napoli ha da decenni una grande opportunità di rilancio che non coglie. Il degrado di Bagnoli non scuote le coscienze più di tanto. A scatenare i moti di piazza, al contrario, sono le “incursioni” del presidente del Consiglio. Bagnoli non si tocca! Tranne che per qualche opera abbandonata al degrado e al vandalismo, infatti, non l’ha toccata nessuno. Poco è cambiato dai tempi di Vezio de Lucia, ideatore di una variante al piano regolatore esteticamente accattivante ma poco attenta a valutazioni di sostenibilità economico finanziaria. A cominciare dai costi della futura manutenzione di parchi verdi enormi, come quello prospettato per Bagnoli. Il commissariamento e l’impegno solenne di svoltare, assunto da Renzi, vanno rigorosamente vagliati alla prova dei fatti. L’unica cosa che non si può fare è dire che non si debba fare niente. Perché il Vesuvio o il bradisismo possono distruggere quanto si va a rinnovare, dice qualcuno. Perché la colmata va rimossa, ma chi ci dice che il governo lo faccia nel modo giusto, dice qualcun altro. Perché, perché, perché. Forse, semplicemente, perché a Napoli sono tanti, troppi, a essere interessati a che non si muova una foglia.