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Epifani, un grande leader popolare

Opinionista: 

La notizia della scomparsa di Guglielmo Epifani ha sconvolto il mondo sindacale e politico nonché tantissimi lavoratori e cittadini che ne hanno da sempre apprezzato la passione lo stile e l’acume politico. Epifani è stato, tra l’altro, uno dei rarissimi casi di sindacalisti di successo che si sono affermati in politica al massimo livello. Personalmente l’ho conosciuto tanti anni fa a Roma quando era Vice Segretario Nazionale della Cgil, ed io ricoprivo il ruolo di presidente nazionale di Tempi Moderni nel 1997. Successivamente, ho avuto modo di avere rapporti più diretti con lui, quando mi sono occupato in Cgil nazionale della nascita del progetto Nidil e a Napoli ne presentammo insieme ad un anno dalla nascita, il programma con il presidente nazionale Cesare Minghini. Ricordo sempre quei due giorni dell’iniziativa dove ebbi l’occasione di approfondire il suo lato umano. Da sempre, per me è stato una guida e ne ho apprezzato negli anni la grande pacatezza e lo stile che ne faceva nel panorama sindacale un personaggio davvero unico. Nel 2002 fu eletto Segretario generale della Cgil mentre io ero tornato a Napoli per dirigere la categoria della comunicazione Napoli e Campania, furono anni di grandi lotte, scioperi in difesa dei diritti, a partire dall’Articolo 18 che Epifani seppe interpretare sempre in modo gentile, ma con una grande fermezza. Rappresentò da Segretario generale nello stesso tempo un sindacato intransigente nel difendere il lavoro, ma sempre attento alle innovazioni ed ai cambiamenti che, anche in quegli anni, hanno trasformato il lavoro fordista con l’emergere di un mondo del lavoro più debole e frammentato. Dopo un periodo a dirigere F.D.V., fu nel 2013 eletto in Parlamento e chiamato a dirigere la commissione attività produttive. Sempre nel 2013 in seguito alle dimissioni di Pierluigi Bersani fu eletto Segretario reggente del Pd, per alcuni mesi e divenne uno dei principali riferimenti della sinistra del partito. Il nostro rapporto divenne ancora più forte quando nel 2015 passai dalla Confederazione di Napoli al Consiglio regionale e dal 2016 mi occupai di coordinare area riformista che faceva capo a Roma a lui, Bersani e Speranza. L’unica volta in cui ci dividemmo fu con la scissione di Articolo 1 e la nascita di Leu. Credo che con la sua scomparsa anche un pezzo della mia vita non ci sia più, anche se tutti i ricordi resteranno per sempre. Raramente si è conosciuto un personaggio pubblico che ha ricoperto ruoli così importanti che avesse la sua stessa curiosità e umanità, infatti penso alle tante volte in cui giravamo a piedi per la nostra città, alla stazione o al ristorante, le persone spesso lo fermavano e Guglielmo aveva sempre la capacità di ascoltare, di interessarsi delle vicende degli altri, di approfondirle. Credo che sia stata una sua dote straordinaria che lo ha reso tanto popolare e umano.