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Fuorigrotta, Bagnoli, Coroglio e l’isola di Nisida

Opinionista: 

Signor Luigi de Magistris, lei è il sindaco di Napoli e Bagnoli è un rione di questa città e nessuno dei 23 sindaci che l’hanno preceduto dal ’44 al 2011 (da Solimene alla Iervolino) ha mai permesso ai governi di decidere le sorti di un rione cittadino. Si comporti come loro. E i napoletani l’apprezzerranno. Nessuno dei quindici piani urbanistici proposti in trent’anni per la “grande trasformazione urbana di Bagnoli” (un record di cui vergognarsi perché in oltre un quarto di secolo non si è mai pensato “al ripristino della linea naturale della costa di Coroglio” prescritto dalla legge 582/96) ha tenuto nel debito conto che le aree dismesse dall’industria siderurgica confinano col rione di Fuorigrotta. Il più dotato di infrastrutture e di attrezzature. . Cito solo il piano di Bertarelli per la Coppa America 2016 (pagato 60 milioni di euro dalla Bagnoli Futura e nessun magistrato ha trovato nulla da eccepire) che prevedeva un grande porto turistico per i 17 capannoni dei team, il villaggio della Vela per 3500 posti, alberghi, uffici, case, centri shopping… e un farfallario. Una devastazione. Ma nessuna colmata. Lo cito per ricordare che se la mattina del 25 novembre 2003 Alinghi avesse scelto Napoli e non Valencia (come sperava tutta la città) non saremmo costretti a parlare ancora della colmata dopo ventisette anni. Fuorigrotta e Bagnoli sono collegate alla città dalla metropolitana che arriva ai Campi Flegrei, dai treni della Cumana e della Circumflegrea, dalla tangenziale, da due tunnel e da molte strade. E dal Viale Augusto, la prima autostrada urbana del mondo con due corsie di marcia, separata da una grande aiuola alberata con palme. A Fuorigrotta vi sono la Mostra d’ Oltremare (con il teatro Mediterraneo, il più bello di Napoli e tra i più belli d’Italia, il teatrino dei Piccoli, l’Arena flegrea, un modernissimo centro congressi e i campi di tennis), la sede della Rai (con l’Auditorium), il Centro Meccanografico del Banco di Napoli, lo Stadio San Paolo, la Piscina Scandone, Edenlandia, lo Zoo, il Cinodromo, il Collegio Ciano o Casa dello Scugnizzo (ex sede Nato, da restituire alla sua originaria funzione), l’Ippodromo e le Terme di Agnano, il Cinodromo, il Politecnico, la facoltà di Economia e Commercio (con una grande sala congressi), il Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini”, scuole di ogni ordine e grado, l’Ospedale San Paolo e molte cliniche private, Centri Commerciali Banche, Alberghi e una miriade di ristoranti, bar, pizzerie (alcune famose) , gelaterie. E tante, tante case. Troppe case Ne discende che un piano intelligente per Bagnoli deve limitarsi a prevedere il ripristino della grande spiaggia di Coroglio dal pontile nord a quello di Nisida, attraverso la rimozione della colmata e la contemporanea bonifica dei fondali marini (anche lei l’aveva promesso nel 2013) e la demolizione di tuti i pontili e del borgo marinaro, e la realizzazione di un grande parco verde di 250 ettari, più grande del bosco di Capodimonte, della Villa comunale e della Floridiana messi insieme, contenente solo le opere esistenti, la Città della ,Scienza, la Clinica delle tartarughe, la Porta del parco e un grande parcheggio alberato. Nisida è uno straordinario bene comune negato per secoli ai napoletani. E non deve continuare a esserlo. E lei mi disse che era d’accordo e che avrebbe chiesto al ministero la restituzione al demanio comunale dell’isolotto senza il carcere minorile. La sua trasformazione in un grande attrattore turistico di livello mondiale con conseguenti redditi per il comune (casinò, alberghi, ristoranti, discoteca, piccolo centro balneare a porto Pavone, utilizzando i manufatti edilizi esistenti nel rigoroso rispetto dei valori ambientali) e la realizzazione del porto turistico a Cala Badessa (esistono numerosi progetti) riguardano il comune di Napoli e gli imprenditori italiani ed europei. Con una Convenzione come quella per la trasformazione del carcere di Alcatraz tra il comune di San Francisco e gli imprenditori americani. Questa trasformazione l’ho proposta sul CdM del 16 dicembre 2003. E l’ho riproposta più volte negli anni successivi. Per questo piano intelligente, di pochissimo costo e fattibile in un anno e mezzo, non c’è bisogno di un Commissario di governo, di una cabina di regia e di Invitalia. Tutto deve tornare nelle mani e nella responsabilità dell’amministrazione comunale. Dipende solo da lei, sindaco de Magistris.