Grazzanise, la battaglia persa per l’aeroporto
Gentile Direttore, leggo sui giornali, ed ho anche ascoltato sulle tv locali, che il ministro Tria, dopo l’ok del ministro Toninelli, ha firmato il documento finale per l’ampliamento dell’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi. C’è stata subito una “gara” tra quelli che volevano attribuirsi il merito di questa decisione: il Governatore De Luca in testa, ovviamente, ma anche i deputati grillini del Salernitano. Mi accorgo, a questo punto, che l’annosa “battaglia” di costruire a Grazzanise un vero aeroporto intercontinentale, è persa, malgrado le evidenti “sbavature” che sono insite nel progetto Capodichino-Pontecagnano. Una battaglia che ha coinvolto non solo il sottoscritto nella qualità di un “modesto conoscitore” della materia, essendo un generale dell’Aeronautica Militare, che conosce Capodichino e l’allora “distaccamento” dell’aviosuperficie di Pontecagnano, quando sulla pista in terra battuta decollavano ed atterravano i pochi aerei della cosiddetta “Aviazione Leggera dell’Esercito” (aerei “Piper” a quattro posti, per intenderci), molto bene per aver amministrato la base aerea napoletana (fino a un decennio fa militare, aperta al traffico civile) per un trentennio, ma anche fior di tecnici; gli stessi vertici dell’Enav; l’Università di Napoli; il Consiglio Comunale di Napoli ed il Consiglio regionale della fine degli anni ’90, in cui tutti si erano espressi a favore della realizzazione di Grazzanise. Lo stesso Governo, era il luglio del 2010, presentò nella sala del Senato intitolata a Spadolini, con il Direttore generale Alessio Quaranta, il piano del trasporto aereo e classificò 14 aeroporti “strategici ” per l’Italia, come Milano Malpensa, Roma Fiumicino, includendo nell’elenco Capodichino e Grazzanise. Nel febbraio 2012 fu completato il “Piano nazionale degli aeroporti”, dove nell’informativa di accompagnamento al piano era scritto testualmente a proposito della Campania: “I nuovi aeroporti (leggasi Grazzanise) sono quelli di nuovo impianto, necessari per la delocalizzazione del traffico da scali che presentano limiti allo sviluppo di carattere capacitivo e ambientale, per gli impatti sui tessuti urbani circostanti; in particolare, il nuovo aeroporto di Grazzanise, come principale scalo del bacino campano, servirà per il trasferimento a medio termine del traffico di Capodichino”. Ricordo ancora che il 31 gennaio 2005 l’allora assessore regionale ai Trasporti, prof. Ennio Cascetta, presentò nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria della Federico II il lavoro commissionato alla più prestigiosa Società in materia di analisi aeroportuali, la Naco olandese, che così si espresse sull’ipotesi di un vero sistema aeroportuale, comprendente Capodichino, Grazzanise ed anche Pontecagnano: “L’aeroporto di Pontecagnano non può costituire lo scalo alternato di Capodichino, né può fornire la capacità di traffico complementare a Capodichino la massima capacità di traffico può essere di 1,5 milioni di passeggeri/anno, tenuto conto delle forti limitazioni alle tipologie di velivoli che possono decollare ed atterrare da tale scalo”. L’aeroporto di Grazzanise, invece, può essere convertito in aeroporto civile ed essere sviluppato come aeroporto idoneo alla gestione di qualsiasi aeromobile… lo scalo avrebbe la capacità di servire 45 movimenti aerei/ora , cui corrisponde un traffico passeggeri/anno compreso tra 12,5 e 17 milioni di arrivi-partenze ed un limite superiore ai 20 milioni di passeggeri!” ( pag. 18 della relazione). Sembrava, quindi, che la ragione e l’evidenza avessero avuto, finalmente, prevalenza sulla cosiddetta “volontà politica” ed interessi di parte che alcune società ponevano a freno per la realizzazione di Grazzanise. Invece, nell’agosto 2015 accade l’imprevedibile. Il nuovo Governo, ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, approva un decreto di individuazione e riordino degli aeroporti, dal quale scompare Grazzanise! Cosa è successo, perché tutti gli studi fatti in precedenza, con l’assenso della stessa Direzione Generale del Traffico Aereo (ora Enav), andassero a monte? Eppure, l’Aeronautica Militare si era detta disponibile a cedere Grazzanise. Con la sua realizzazione si parlava di 20 milioni di passeggeri, per non parlare del trasporto merci, ora assente nello scalo napoletano e nel futuro scalo di Pontecagnano. Con l’indotto che l’aeroporto di Terra di Lavoro avrebbe procurato si parlava di 15.000 occupati da subito E, poi, lo stesso aeroporto di Pontecagnano non veniva cancellato, perché facente parte di un virtuoso circolo di modello aeroportuale Campano, come la Sicilia (4 aeroporti), la Puglia (3 aeroporti); la Calabria (3 aeroporti), per parlare solo di aree meridionali. Leggo, però, nella relazione dell’allora ministro Delrio che la decisione è stata presa “ sentita la Conferenza Stato-Regioni”; quindi in quella decisione è stata sentita anche la Campania. La decisione di Delrio è del 15 agosto 2015; il Governatore De Luca era già in carica, perché eletto il 31 maggio dello stesso anno. Perché si è accettata supinamente una tale decisione? Non voglio esternare quello che penso, perché pare che in Italia la “libertà di pensiero” sia diventata un lusso solo di chi ha soldi per pagare avvocati per le querele “per diffamazione”, né voglio mettere in difficoltà il gentile Direttore che mi ospita. Ma, dico, ci sarà mai qualcuno che “conta” disponibile ad ascoltare i Comitati di cittadini che non ne possono più dei rumori e dei gas degli aerei che passano sopra le loro teste? Una “ingenua” domanda, poi, agli eletti salernitani dei 5 Stelle, che oggi cantano vittoria per la firma di Tria: “Avete fatto, giustamente, dell’ecologia il vostro simbolo: ma, avete domandato a qualche vero esperto cosa significa portare la capienza di Pontecagnano dai previsti 1,7 milioni di passeggeri ai 7,5 di cui parla il Governatore?