I complessi di inferiorità del Nord razzista
Se non fosse che parliamo del primo quotidiano, purtroppo, per lettori in Italia, la notizia andrebbe ignorata, censurata, derubricata. Invece è il Corriere della Sera, che manda nelle edicole un'opera sui trenta musei più importanti del mondo. Inizia con il Louvre, passa per la National Gallery, poi ancora l'- Hermitage. All'Italia dedica oltre 15 volumi: un libro sul Museo Egizio, due addirittura sui musei di Firenze, ci sono perfino Brera, Venezia, il museo Egizio di Torino, i musei Vaticani. Tutti i maggiori, tutti, tutti davvero, tranne due: Capodimonte, la più importante pinacoteca al mondo, solo la sala dei Tiziano e dei Raffaello spiega la cosa, e l'Archeologico Nazionale, che è il più grande museo di reperti archeologici in assoluto del pianeta. Sono tutte e due a Napoli. Ecco perché. Garibaldi e i Savoia sono sempre imperanti nella retrocultura da bottega della Lombardia, ben interpretata dal curatore dell'opera, l'ex assessore razzista della Lega Nord Daverio (incredibile vero? uno del genere che spiega l'arte, della serie siamo tutti astrofisici) nel Sud dove i turisti non devono passare, perché fuori moda (come spiega La Capria, che pure scrive sul quotidiano meneghino, insieme a vari napoletani prezzolati, che dovrebbero indignarsi e invece giù a fare le pecore: viva Paolo Isotta, immenso Isotta, che li ha presi a calci nel sedere e se n'è andato a scrivere altrove); ecco, allora è tutto chiaro. Però che danno. È la solita provinciale mania milanese di eliminare Napoli, immensa, culturalmente inarrivabile, la regina dell'arte, della lirica, della canzone, la città che ha inventato la cucina italiana. Ma oggi c'è Sanremo, mentre Piedigrotta e la canzone napoletana le hanno uccise. La camorra uccide gli innocenti, i camorristi padani uccidono la nostra cultura. Complessati di milanesi, sempre più piccoli e invidiosi, fanno questo insieme ai torinesi da un secolo e mezzo. Per questo rimangono sempre al livello culturale di Benevento, Avellino, Terni. Provinciali, tanto. All'estero non lo sanno però: i corrispondenti dei quotidiani stranieri non leggono il “Roma”, e quindi scriveranno che a Napoli non ci sono musei. Insomma, la geografia in mano ai barbieri. Non sanno vedere nulla oltre le loro mura. Sono fermi ai comuni, aivoglia con Federico II che voleva unificare l'Italia, loro no, la bottega, le mille lire dell'epoca. Le fette di prosciutto davanti agli occhi. Provinciali, sempre così. È il dramma del Nord Italia. Un complesso di inferiorità nei confronti dei meridionali che non passa, anzi, aumenta man mano che imparano la storia. Ma queste iniziative bislacche fanno tanti danni, come il piano Renzi che eleva a scali intercontinentali solo Roma, Milano e Venezia relegando lo scalo di Capodichino alla serie B. Così addio circuito turistico internazionale. È semplice, si parte dall'ignorare i musei e si finisce per emarginarci su tutto. Tanto loro piangono sempre. E chi piange (i milanesi sono piagnoni seri) fotte a chi ride (e i napoletani ridono sempre, coglioni). Il piano nazionale degli aeroporti senza Sud fu notizia ignorata dai nostri politici, ectoplasmi che votano in Parlamento sempre contro Napoli. Ma il Corriere della Sera, di Milano (anche se fondato da un napoletano, che si starà rigirando nella tomba, era meglio che li lasciava incolti, visti i danni) con una politica xenofoba, razzista, vergognosa, savoiarda elimina i due più importanti musei italiani e del mondo, così non pubblica nulla di Napoli. Che squallore. Un danno serio, enorme: come si fa a spiegare ai propri figli, avendoli cullati con la convinzione che viviamo nella città d'arte più ricca del pianeta e più ricca di opere d'arte, musei e archeologia, che ci sono dei meschini, ignoranti e razzisti signori che in una città piena di soldi, frutto di rapine secolari e mai studiate, si permette di infangare in maniera così clamorosa la storia dell'arte? Cosa bisogna spiegare ai propri figli? Che ormai la cultura imperante di quest'Italia di Renzi è quella di un posto dove il Sud viene calpestato su tutto, dall'arte, alla canzone, alla storia, all'economia. È ogni giorno la stessa minestra, un parte del paese che si piange addosso, che gira attorno all'asse Roma e Milano, ruba fondi per Expo (una inutile pagliacciata) insieme a Venezia (la truffa dei 10 miliardi del Mose) con Roma ora pronta a rubare anche miliardi per le Olimpiadi. Sempre a piangere, sempre a lamentarsi, ai danni di un Sud che ha smesso anche di urlare, ormai da noi si sentono solo i colpi dei kalashnikov che fanno strage di innocenti, con lo Stato dal buco della serratura che non invia abbastanza magistrati e forze dell'ordine. Una vergogna. Uno scandalo quotidiano, ben raccontato da una Rai sempre più razzista: l'altro giorno illustrava le elezioni comunali in Italia e descriveva Milano e Roma come le città con le sfide elettorali più importanti, tanto Napoli non è la prima megalopoli del paese con 4 milioni di abitanti nella sua conurbazione... Insomma, questa meschina iniziativa di Rcs è imbarazzante, incredibile, di bassa macelleria culturale. Lascia interdetti, dovrebbe far riflettere, dovrebbe indignare.