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I giorni indolenti: Covid, Berlusconi e Parco Verde

Opinionista: 

“Pensa, disse un giorno Berlusconi ad un bambino di 7 anni, quando io avevo la tua età avevo già compiuto 25 anni" (Gino& Michele, Anche le formiche nel loro poccolo si incazzano). Si sono scatenati tutti, e l'occasione era delle più intriganti: uscendo dall'ospedale San Raffaele di Milano dopo essere guarito dal Covid. L'ex presidente del Consiglio ha rivelato soddisfatto ai giornalisti che erano in attesa: "Pensate che la forza virale del Covid evidenziata dalle analisi su di me è stata la più alta tra decine di migliaia di tamponi effettuati". E a 84 anni se n'è tornato felice a Villa San Martino, tra il tripudio dei fedelissimi e l'ironia degli avversari. Gli è andata di lusso, anche se molti si sono chiesti se avrebbe avuto lo stesso trattamento un suo coetaneo pensionato di Lambrate. Ed è andata di lusso anche a Flavio Briatore, negazionista della prima ora, che ha trascorso la quarantena a casa di Daniela Santanchè. E chissà se è stato contento della scelta. Sta di fatto che Berlusconi e Briatore e Santanchè hanno tesaurizzato al meglio la circostanza e hanno vivacizzato questi giorni sonnacchiosi di una campagna elettorale per le Regionali che non hanno offerto motivi di grande interesse e dibattito politico, con De Luca in Campania che sta oleando il tritacarne contro lo schieramento avversarione si avvia a riconfermarsi con un plebiscito di voti. E con la Toscana che forse annaspa e non sembra essere più la regione rossa blindata di qualche anno fa. E con tutte le altre regioni che i sondaggisti tendono ad accreditare al centro-destra nonostante i tentativi quotidiani e disperati di Salvini di farlo franare. E sono stati riesumati nomi che credevamo consegnati all'oblio, a destra e a sinistra. Intanto la scuola della ministra Azzolina è ripartita, ma al di là dell'ironia è oggettivamente difficile pnsare ad un anno scolastico sulla falsariga dei precedenti: basterà qualche decimo di febbre e un colpo di tosse e scatterà, come già avvenuto nei primissimi giorni, la quarantena per alunni, insegnanti e bidelli. E sarà una cuccagna per i ragazzi che resteranno a casa periodicamente per 14 giorni. Sarà tre volte Natale e festa tutto l'anno, cantava Lucio Dalla. E non si può mettere in croce Azzolina che probabilmente si è trovata a dover gestire il ministero degli ultimi decenni. Ma Conte esorta ad essere positivi, e c'è chi si gratta, chi accarezza il corno e chi evangelicamente si rimette alla volontà di Dio. E a Caivano, nello spaventoso Parco Verde dove anche i cronisti più scafati andavano e vanno di malavoglia perché è come mettere piede all'ingresso dell'inferno (chi dimentica Fortuna Loffredo, sei anni, abusata e buttata già dal settimo piano come una busta di spazzatura?) la cronaca di questi giorni sonnacchiosi ci propone la morte di una ragazza uccisa dal fratello perché aveva deciso di opporsi a certe logiche tribali e amava Ciro, che per giorni giornali e televisioni non sapevano se chiamare Ciro o Cira. Anche lei, Maria Paola, buttata via come un sacchetto di rifiuti, come Fortuna Loffredo. Ma dimenticheremo in fretta Maria Paola come abbiamo fatto con Fortuna e mille altri prima di loro. Dimenticheremo perché sabato partono gli anticipi della serie A, finalmente. Con gli stadi tristi e silenziosi, con le urla dei massaggiatori e dei giocatori che finiscono a terra dopo una spallata. Ci abitueremo anche a questo, alla mancanza di sentimenti e di emozioni. E sarebbe davvero bello se al silenzio pre-elettorale facesse seguito il silenzio post-elettorale, perché come al solito ci chiederemo: ma, insomma, chi ha perso?