Il “grido” di dolore del cardinale Sepe
Il cardinale Crescenzio Sepe lancia proprio un bel segnale alla città di Napoli: martedì alle ore 18, dalla chiesa di Sant’Agrippino in Forcella partirà un corteo fino alla chiesa cattedrale. In una lettera alla “Diocesi ed alla Città”, il Cardinale indica l’obiettivo di questa autentica mobilitazione di tutta la Chiesa di Napoli: “… dobbiamo uscire dalle sacrestie ed andare nelle piazze e nelle strade per parlare ascoltare, confrontarci con tutti, specie con quanti, per ambizione o per sete di denaro e di potere, hanno scelto la via che porta alla morte e non alla pienezza della vita… oggi ai giovani camorristi diciamo con franchezza: deponete le armi, state sbagliando gravemente, state distruggendo il vostro futuro, state profanando la vostra terra e la vostra Città”. Ancora: “Napoli è sinonimo di vita, di gioia, di civiltà, di cordialità. È il valore sacro della vita che vogliamo difendere ed esaltare contro gli omicidi,… gli atti di camorra ed ogni forma di deviazione”. Il Cardinale sempre ha fatto sentire la sua voce contro la criminalità organizzata, ma questa volta, a conclusione del Mese Mariano per eccellenza, il suo “grido” sembra ancora più inteso e più potente: “Invito tutti a lottare contro l’assuefazione, il cinismo, l’indifferenza, il silenzio. Nessuno, e men che meno la Chiesa, può fingere di non vedere, di non sentire, di non avere colpe, di non avere obblighi”. Che questo “dovere” lo senta la Chiesa, ed il suo Cardinale, fa emergere ancora più plasticamente il silenzio… assordante dei più su questo tema di tragica, perenne attualità. DOMENICA AL VOTO. La campagna elettorale ormai volge al termine, ma il tema della lotta alla criminalità organizzata, e quello delle cause che ne provocano l’espansione inarrestabile, pare non abbia diritto di cittadinanza in un dibattito,davvero povero per non dire squallido. Una intera generazione di ragazzi di giovani, rischia di essere bruciata,se non si è già bruciata,sull’”altare”della evasione scolastica e della disoccupazione cronica. Eppure di tutto questo nessuno parla, come se queste tragedie non riguardassero la gente, le persone, i cittadini di Napoli. Lo stesso annuncio di finanziamenti cospicui, da Bagnoli al Porto di Napoli, al netto di quelli - vedi Centro Storico e Metropolitana, che il Comune di Napoli colpevolmente non è riuscito a spendere, non fa i conti con l’assenza totale di programmi di formazione professionale: quei lavori, ove mai si dovessero cantierare, rischiano di essere affidati a manodopera specializzata, proveniente da altre regioni. Questo è il quadro, reso ancora più drammatico dall’indifferenza di molti, troppi, che, alla fine, si rifugeranno nell’astensione, che sarà più colpevole delle “mani pulite” di Ponzio Pilato. LA DESTRA XENOFOBA. Molti hanno tirato un sospiro di sollievo: in Austria la destra xenofoba è stata battuta per qualche centesimo di percentuale. Ma c’è poco da sentirsi sollevati e non solo perché quel Paese è risultato, comunque, spaccato a metà: la barriera, i controlli polizieschi al Brennero erano già stati iniziativa di un Premier socialista. Così come in Francia la repressione degli immigranti a Nizza ed a Calais l’aveva voluta Francois Hollande, anche egli socialista: tutti alla ricerca di qualche voto in più da strappare ai populisti con una” politica”… populista. Intanto in Inghilterra incombe il referendum. L’elezioni in Austria, come ieri, e forse anche domani, quelle in Spagna, hanno confermato un dato: le grandi Famiglie Politiche, quella Socialista e quella Popolare, che hanno retto da sempre le sorti dell’Europa, non incidono più, avendo perso identità e qualità di leadership. Neppure le forze della Cultura, del Sapere, del Lavoro riescono a fare argine in questo vuoto politico intollerabile, talchè i populismi incalzanti sembrano non avere avversari. Al netto di quanto potrà accadere ove mai negli Stati Uniti dovesse vincere Trump. Da vecchio Parlamentare europeo mi stupisco, e mi dispiaccio, che nella più grande Assise democratica del Continente, il Parlamento europeo, non si riesca a sollevare un dibattito, che arrivi ai Popoli, alla gente e lo renda protagonista di una stagione nuova per la Democrazia in una Europa, che riprenda il suo ruolo originario.