Il “mondo nuovo” arriva con i cataloghi
Cari amici lettori, quando ero giovane leggevo, fra i vari romanzi di fantascienza, le distopie nelle quali venivano descritte le mostruose trasformazioni della nostra società negli anni futuri. Nel mondo nuovo di Aldous Huxley il sesso diventa un passatempo e i nuovi esseri umani si producono in fabbrica, determinandone l’appartenenza alle varie categorie sociali e il conseguente diverso aspetto. Una trasformazione, a ben vedere, di tipo socialista, spettando le scelte allo Stato. Ho pensato a quel mondo, leggendo sulla stampa notizia delle società che commerciano gli uteri in affitto, orribile prassi che va affermandosi nella realtà contemporanea. L’acquirente che commissiona la nascita può scegliere il “figlio” in base a un catalogo, che offre una vasta scelta quanto al colore della pelle e a quello degli occhi. La pelle può andare da un nordico candore al nero più completo da centro dell’Africa, passando per numerose sfumature, che includono tinte mediterranee, asiatiche, amerinde e africane. Il catalogo è molto simile a quelli dei pavimenti o delle tappezzerie. Un sistema di tipo capitalistico, che però tende a produrre una società simile a quella descritta di Huxley. Il sesso, per quanto sia un’attività gradevole, non è stato creato da Dio come un passatempo. Il desiderio sessuale è uno stimolo alla generazione, per la prosecuzione della specie. Lo vediamo nelle specie animali, particolarmente se la femmina è disponibile solo se è in calore, ossia pronta alla procreazione. Nell’umanità globalizzata, il catalogo dei nascituri è una tappa verso il mondo nuovo. La prima tappa verso il sesso inteso solo come divertimento è stata la diffusione degli anticoncezionali, cui si aggiunge la moltiplicata pratica degli aborti. Sul versante opposto gli amplessi omosessuali, sterili per natura, sono aumentati in misura incredibile e questa pratica è diventata normale al livello delle persone che contano. La maggior parte di chi partecipa a spettacoli, specialmente televisivi, è omosessuale o plurisessuale. Nulla di diverso nel mondo della politica, nel quale crescono continuamente gli omosessuali dichiarati. In Italia abbiamo addirittura il capo del principale partito di opposizione, che è una donna dichiaratamente lesbica. Ma omosessuale è anche un uomo che governa un grande paese americano. Di più non ci è stato detto. Il passo successivo potrebbe essere, se non ci sarà un’inversione di tendenza, l’abolizione del sesso procreativo, magari con una sterilizzazione di massa, stabilita dal potere per bloccare l’incremento della popolazione mondiale. Finché non siano disponibili i macchinari immaginati da Huxley, la comunità internazionale potrebbe istituire un’industria procreativa, in cui sarebbero obbligatoriamente impiegate tutte le femmine non sterilizzate. La famiglia, ovviamente, sarebbe vietata e alla crescita e educazione dei nati provvederebbero pubbliche istituzioni. Se la cosa vi diverte, provate a immaginare altri sistemi alternativi aventi le stesse finalità. La nausea m’impedisce di fare altrettanto. La tragedia è che l’immaginazione dei fautori del “cambiamento” è più fervida della mia e della vostra. Io non avrei mai immaginato, al tempo in cui leggevo romanzi distopici, che le aberrazioni in essi descritte si sarebbero avviate a diventare realtà, prima che io passassi in un altro mondo in cui i “rivoluzionari” sono precipitati negli abissi. Forse, tutto sommato, il crollo, altamente probabile, di questa civilizzazione (che sarebbe menzogna chiamare civiltà) non sarà la cosa peggiore che possa accadere. La società della nuova età della pietra sarebbe certamente migliore della nostra.