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Il monito del Colle nel teatrino politico

Opinionista: 

“Te piace ’o presepe?”. “No”. Se sarà o meno divorzio in casa Contiello lo scopriremo presto. Per ora il presepe governativo proposto da Giuseppe Conte non piace a Matteo Renzi. Ancora troppo poche le modifiche accettate dall’ex avvocato del popolo rispetto al livello di richieste avanzate dal senatore semplice di Rignano. Un balletto indecente che va avanti ormai da un mese, tra dimissioni minacciate di ministre che continuano a restare ai loro posti, richieste di verifica, rimpasti ipotizzati, crisi latenti e penultimatum di fuoco. Insomma, di tutto l’armamentario del teatrino della politica non manca nulla. Al punto che finanche Sergio Mattarella nel suo messaggio di fine anno ha detto chiaro e tondo di essere stufo dei giochetti dei partiti sulla pelle della Nazione: «Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte», ha detto alludendo chiaramente ai duellanti giallorossi. Aggiungendo un altro messaggio alla politica: non intende prolungare il suo mandato presidenziale. Il Capo dello Stato ha fatto trasparire tutta la sua preoccupazione per un’Italia conflittuale e alla deriva, facendo più volte appello alla responsabilità di tutti. Proprio quella che manca. La preoccupazione del Presidente si è fatta ancora più evidente quando ha avvertito che la «declinazione nazionale» del piano europeo di aiuti dev’essere «efficace, rigorosa, senza disperdere risorse». Parole che fanno il paio con quelle del commissario Ue, Paolo Gentiloni, che ha detto chiaro e tondo che continuare così significa assicurarsi la certezza di perdere i soldi europei del Recovery Fund. Ormai è chiaro a tutti che il disastro del governo Conte due è paragonabile solo a quello del Conte uno. Un Esecutivo che ha il record mondiale di mortalità e quello planetario d’impreparazione; un’economia piegata come nessuno in Europa, nonostante abbia accumulato 145 miliardi di debiti senza riuscire a smuovere il Pil di un solo decimale; che sta affannosamente cercando di recuperare l’evidente ritardo nella strategia vaccinale e che è in preda alla confusione più totale sul decisivo piano per utilizzare i denari europei. Consegnare il Governo giallorosso alla storia dev’essere la vera priorità del 2021 di tutte le persone serie che hanno a cuore le sorti della Nazione. Indipendentemente dal loro colore politico. Ogni giorno che questo Esecutivo trascorre a palazzo Chigi aumenta il rischio che l’Italia vada incontro a un cataclisma. Citofonare 31 marzo se avete dubbi. Quando scadranno blocco dei licenziamenti e Casse integrazioni, o avremo i soldi (leggi altri debiti) per continuare a ibernare l’economia in questo stato comatoso oppure rischieremo il disastro sociale. Il sistema delle mance e dei bonus non può essere reiterato all’infinito. L’avvertimento di Mattarella va preso molto sul serio. Se non riusciremo a spendere adeguatamente i fondi Ue sarà il collasso del sistema politico ed economico italiano. Il tutto mentre non abbiamo ancora un calendario preciso per il vaccino e non sappiamo quanto tempo ci vorrà per arrivare alla famosa immunità di gregge. Come se questa, assieme a quella per le risorse europee, non fosse la partita della vita. Non stiamo facendo né presto né bene. Rischiamo di restare in una condizione simile a quella attuale per buona parte del 2021, senza aver predisposto neanche un piano di potenziamento della sanità perché Vito Crimi e i suoi amici di sinistra e di destra sostengono che non abbiamo bisogno dei miliardi del Mes. A questo punto non ha alcuna importanza cosa accadrà dopo il governo Conte. L’importante è che vada a casa senza succedere a se stesso. È necessario un Governo guidato da gente credibile e con un minimo di capacità. Fare peggio sarebbe impresa titanica.