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Il Napoli può sognare anche con pochi ritocchi

Opinionista: 

Fabio Quagliarella ha battuto Cristiano Ronaldo? La classifica dei cannonieri dice di sì, e, se si pensa alle squadre dove i due bomber hanno giocato quest’anno, c’è da pensare che la vittoria dello stabiese sia stata ancora più larga, ai punti, di quanto non traspaia  dal numero dei gol. Si tratta di due calciatori in età avanzata. Ronaldo, naturalmente, è di un altro pianeta, ancora oggi è tra i primi tre o quattro giocatori più forti in assoluto al mondo. Fatta la proporzione tra costo del cartellino e rendimento, tuttavia, Fabio trionfa alla grande. Che l’acquisto di Cr7, per la Juventus, sia stato un investimento redditizio, è ancora da dimostrare. Sia sul piano finanziario, visti i costi del suo ingaggio quadriennale, sia sul piano tecnico. Un asso non basta a garantire il successo, ma mi ostino a pensare che la decisione di sborsare una cifra blu per Cristiano non sia stata presa per vincere soltanto (si fa per dire) lo scudetto numero otto, mancando le semifinali di Champions e interrompendo persino la successione dei trionfi in Coppa Italia. Quello che sembra pacifico, al contrario, è che Quagliarella non costringerà a svenarsi nessuno, tanto meno De Laurentiis. Chi si assicurerà le prestazione del longevo attaccante non rischierà dissesti di bilancio. Per il Napoli, in ogni caso, il colpo di mercato “alla Quagliarella” non rappresenterà mai la priorità. La società, finché sarà guidata da don Aurelio, avrà come obiettivo numero uno i giovani. Acquistare talenti in erba, o quasi, è l’unica maniera per restare nell’elite del calcio che conta. La filosofia è di far crescere la rosa step by step, immaginando di centrare ogni anno almeno un paio di acquisti alla Meret o Fabian Ruiz. Chi ha seguito con attenzione il primo Zielinski napoletano avrà notato i progressi fatti dal centrocampista ed esterno di fascia polacco nella gestione della palla. Il Napoli si rafforza ogni anno non solo con i nuovi acquisti, ma anche con i miglioramenti progressivi, in termini di maturità e personalità calcistica, di chi già fa parte della rosa. È per questo che da dieci anni il Napoli è in Europa, da quattro consecutivi addirittura in Champions League. Chi ricorda gli anni di Corbelli sgrana ancora oggi gli occhi di fronte al miracolo. Chi dimentica presto, si lamenta dei secondi posti e diserta gli stadi. Finché non si trascende, è legittimo qualsiasi comportamento. Anche quello di sognare che, con un paio di ritocchi, la seconda annata di Carletto possa trasformarsi in una cavalcata trionfale.