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Il Paese nell’emergenza e il fallimento della politica

Opinionista: 

In questi giorni, dal famoso 21 febbraio 2020, giorno del primo caso a Codogno, l’Italia e poi l’Europa hanno vissuto e stanno vivendo l’emergenza Coronavirus con affanno e con forte preoccupazione. Il nostro Paese, a metà gennaio 2020 quando in Cina proliferava l’emergenza sanitaria, la classe governante istituiva una commissione permanente presso il Ministero della Salute prima e poi alla Protezione Civile, che ci rassicuravano che tutto era sotto controllo e che si era preparati ad ogni evenienza, con riunioni continue e quasi sicuramente visti i risultati successivi poco produttive per non dire altro. Siamo agli sgoccioli di marzo 2020 è la situazione drammatica è sotto gli occhi di tutti, abbiamo assistito e assistiamo ancora a ordinanze continue dei presidenti di Regione (spesso diverse o contraddittorie rispetto ad altre Regioni), decreti del Presidente del Consiglio continui quasi ogni 2 giorni, ordinanze del Mise, del Ministero dell’Interno e non da ultimo, ordinanze dei sindaci contro il Ministero dell’Interno, con strascichi anche giudiziari. Assistiamo alla quarta edizione del “modello di autocertificazione”, da produrre alle forze dell’ordine per gli spostamenti, che provoca ancora maggiore confusione tra i cittadini. Tralasciamo poi la “barzelletta delle mascherine”, che è diventata tale considerato cha ancora oggi mancano nelle farmacie e nelle strutture abilitate a venderle, quando lo Stato avrebbe dovuto garantire il diritto alla salute e quindi anche conseguentemente la distribuzione gratuita alla popolazione, anziché speculare alcuni con modelli tra l’altro idonei o non idonei, ma questo non è dato sapere e con la solita filosofia tutta italiana dell’arrangiarsi al meglio. Bastano questi pochi ma sufficienti elementi per evidenziare come la politica nel nostro Paese ancora una volta abbia fallita sotto l’aspetto della prevenzione, della organizzazione e dell’efficienza delle azioni poste in essere. Il potere legislativo assolutamente assente, con delegittimazione democratica dell’esercizio della delega conferita ai rappresentanti del popolo in un Parlamento semi-deserto, sostituito e supplito dalle ordinanze che sono fonte di diritto secondario, il cui contenuto sembra anche contrastato da alcuni membri del Consiglio dei minustri, conferisce come la politica in questo momento sia certamente più oligarca... che democratica. Si ribatterà che sono poteri conferiti alla Protezione Civile, dimenticando che è un articolazione della Presidenza del Consiglio e che il potere esecutivo è controllato e avallato dal Potere Legislativo, che favorisce il contributo per un miglioramento delle condizioni di vita del Popolo.Lo stesso dicasi dei vari Consigli Regionali, che non mi pare di avere letto, si siano riuniti in uno spirito di condivisione in questi quaranta giorni, per affrontare, proporre, discutere con il Presidente della Giunta Regionale il da farsi per il territorio. E anche qui è evidente una visione della politica che credo abbia ben poco a vedere con… il bene comune. Eppure l’emergenza sanitaria, accompagnata in una guerra e con un nemico invisibile nonché sconosciuto, necessitava di uno sforzo oltre ogni limite dove l’Italia ha sempre dimostrato di farcela e di sapere combattere con tutte le proprie forze, invece assistiamo all’arrivo dei russi, dei cubani, dei tedeschi, dei cinesi, che fanno nascere uno spontaneo interrogativo: siamo certi della nostra piena Sovranità? A questo interrogativo si può rispondere ma dove è l’Europa, l’Unione europea nata per fronteggiare crisi e difficoltà dei singoli Paesi sotto ogni aspetto non da ultimo economico. La risposta è anche qui deludente: il Presidente della Commissione Europea e della Bce si sono limitati ad annunci e promesse, e la mancata convergenza sul documento dei 27 Paesi, la dice lunga su come anche la politica europea, che già da tempo mostrava una profonda crisi (migranti, politiche di bilancio, Brexit, ecc.), credo sia arrivata al capolinea, con una funzione degli europarlamentari ibrida e spesso non contestualizzata e con un Consiglio Europeo non efficace. In questo panorama poco roseo per la politica che dovrebbe tirarci fuori da questo orribile momento buio, la Chiesa fa la sua parte e grazie a Papa Francesco, quotidianamente ci esorta a tenere duro, così come nel 25° anniversario dell’”Evangelium Vitae”, il Sommo Pontefice ha rilanciato l’insegnamento dell’enciclica di Giovanni Paolo II, nella pandemia attuale che minaccia la vita umana e l’economia mondiale. Ogni vita va difesa e amata, al di là delle emergenze, come quella che stiamo vivendo, si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza, ben sapendo che la cultura della vita appartiene a tutti cristiani e non cristiani. E con questo auspicio auguriamoci che anche la politica sappia trarne insegnamento e discernimento per le decisioni future imprescindibili e di estrema difficoltà.

*vicepresidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori