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Il sale della democrazia è anche il controllo del potere

Opinionista: 

Il quadro socio politico in Italia è in chiaroscuro. Va di moda però un omaggio nazionale, europeo ed internazionale realisticamente vero ma molte volte ridicolo e grottesco che tende a solennizzare la celebrazione del premier Draghi e del suo governo. Diciamoci la verità: Il governo Draghie il Parlamento ormai sono luoghi dell'allineamento e non della discussione dialettica. Eppure i partiti, i sindacati e le forze sociali dovrebbero prendere atto di certi mutamenti e coglierne opportunità e limiti. Si torna solo a disquire di alleanze e moderati,della disfatta di Salvini e Meloni, di un Governo senza Salvini, del traslogo di Draghi al Quirinale. Il sale della democrazia è anche controllare il potere, sottoporlo a critica, tallonarlo perché non brilli nel vuoto.Siamo alla ricerca di qualcuno che canti fuori dal coro! Che pensi con la propria testa, anche contraddicendo l'andazzo e il silenzio complice e pavido dei propri compagni di partito o dei condottieri del suo partito o movimento? Vige il pensiero unico. Nessuno parla dell'astensionismo alle Amministrative, di mettere in campo un canale di rappresentanza con le proteste di piazza, delle nuove povertà e diseguaglianze venute fuori con la pandemia, nessuno parla del diritto al lavoro, delle morti sui luoghi del lavoro. Occorre insistere sui temi sociali e civili. La politica sta vivendo uno dei suoi momenti più bassi, ecco perchè saluti romani, disordini di piazza e squadrismo la fanno da padrona, ma anche autoreferenzialità e silenzi rispetto a Draghi che sembra l'unica visione possibile che fabbrica idee. Non scherziamo! Quello che non accetto è dichiarare traditore o peggio congiurato chiunque dia fastidio, dissente o contraddice la linea comune, ufficiale, dell'uomo solo al comando, ai vari livelli istituzionali. Il Pd, i Cinquestelle, la sinistra governativa e il civismo locale vogliono mettere su un laboratorio politico che alle prossime Politiche lasci all'addiaccio sovranisti e destre nostalgiche o progressiste. Incomincino subito a non ridursi all'ossequio del capo, alla denigrazione degli avversari politici. Per non essere condannati ad una vita grama e di stenti devono coniugare subito, ai vari livelli, radicamento territoriale e radicalità di scelte, non essere succubi della rete e dei social, ma del porta a porta e della strada. Sì, la strada, dove si svolge il dramma della vita, dove ogni uomo riscopre il senso del proprio esserci, intriso di gioia e speranze, di dolore e sofferenza. Così si costruisce il bene comune.

*docente universitario Unisob