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Il territorio va tutelato dai rischi idrogeologici

Opinionista: 

In Italia ogni volta che ci troviamo a commentare un disastro naturale ci accorgiamo di quanto sia fragile il nostro territorio e di quanti danni la mano dell’uomo è stata capace di causare. A questa considerazione non poteva sfuggire quanto sta accadendo tragicamente in questi giorni nell’Emilia-Romagna. Le terribili immagini che i Tg hanno trasmesso dai luoghi del disastro ci hanno restituito l’immagine di un territorio che annega sotto una pioggia eccezionale che anche in queste ore sta trasformando il paesaggio portando distruzione e ingenti danni. A fare da contraltare è stata la reazione della gente che ha fatto emergere tutto il coraggio e la solidarietà del popolo romagnolo capace di rimboccarsi le maniche per risolvere la situazione e per rialzarsi anche questa volta nonostante le ferite profonde dell'alluvione facendo dire alla premier, Giorgia Meloni, in visita in quelle zone, «Mi ha colpito la reazione della gente, bisogna essere alla loro altezza». La macchina dei soccorsi questa volta ha funzionato e abbiamo potuto assistere al lavoro senza sosta della protezione civile, delle forze dell'ordine e delle istituzioni, e dei tanti giovani volontari provenienti anche da altre regioni, e che sono stati tutti in prima linea per stare vicine alle persone colpite dall'alluvione mentre anche il governo ha fatto la sua parte facendo un primo stanziamento di due miliardi di euro per le prime urgenze nelle more della quantificazione definitiva dei danni. Mi ha colpito molto positivamente il clima di collaborazione che si è instaurato tra il governo nazionale e la giunta regionale guidata da Bonaccin, in un rinnovato spirito che non ha fatto perdere di vista l’obiettivo condiviso di portare sollievo alle popolazioni colpite e che fa emergere l’assunzione di responsabilità per affrontare questa nuova emergenza. Ora però bisogna pensare a cosa fare dopo, in Romagna ma in tutte quelle aree del paese che presentano gravi rischi di calamità naturali per mettere in sicurezza il territorio senza farci scoraggiare dalle ingenti risorse necessarie ma consapevoli che bisogna assolutamente iniziare il risanamento del territorio. Partire, quindi, spendendo bene i soldi del Pnrr, che già destina al contrasto al dissesto idrogeologico una cifra pari a 2,49 miliardi di euro e che, speriamo, in una ipotesi di rimodulazione possa registrare un incremento delle risorse destinate all’obiettivo del risanamento ambientale. Oggi la riduzione del rischio di catastrofi, almeno a mio parere, appare come una priorità, una condizione fondamentale per uno sviluppo sostenibile e per questo bisogna intervenire sia sul piano della prevenzione, riducendo i rischi esistenti e evitando il sorgere di nuovi rischi con misure preventive e di pianificazione, nonché su quello della gestione degli eventi calamitosi tornando ad investire sulla Protezione Civile e facendo un’opera di informazione continua alle popolazioni. Non possiamo arrenderci né considerare ineluttabili fenomeni come quelli delle inondazioni, dei sismi, della siccità, tempeste e incendi, nonostante il nostro Paese abbia una forte esposizione a questi eventi, e investire in questo ambito significa soprattutto mettere in sicurezza vite umane, considerato che anche nel caso dell’Emilia- Romagna abbiamo dovuto registrare delle vittime. L’attività del governo e delle istituzioni locali deve concretizzarsi in misure adottate prima, durante e dopo una catastrofe. Implica un impegno a lungo termine e deve avere l’obiettivo di rafforzare le istituzioni, le risorse umane e le infrastrutture, avviando una attività di rimboschimento di quelle aree soggette a frane e all’aggiornamento continuo di una mappatura del rischio. Confidiamo in un aumento della consapevolezza degli enti pubblici sull’importanza di tutelare il territorio dai rischi descritti anche perché il costo dei disastri naturali è una voce in continuo aumento e la conta dei danni in Italia dal 2011 al 2021 ha raggiunto la ragguardevole cifra di circa 52 miliardi di euro. Qualunque siano le azioni che si introdurranno bisognerà capire che il nostro rapporto con l'ambiente in generale deve essere improntato al rispetto di alcune regole il che significa, principalmente, evitare il sistematico sfruttamento della natura tenendo conto delle conseguenze che atteggiamenti irresponsabili possono innescare.