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Ischia, un patrimonio da non “soffocare”

Opinionista: 

L’allarme lanciato nei giorni scorsi sulle pagine del “Golfo” circa l'elevato tasso di motorizzazione sull'isola d'Ischia è fondato. Tanto più se si considera che nelle statistiche Aci citate manca il dato dei ciclomotori in quanto tali mezzi, per legge, non vengono annotati nel Pubblico Registro Automobilistico (Pra). Si stima che essi rappresentano circa il 5% del parco circolante complessivo, pertanto sull'isola dovrebbero essere presenti almeno 3.400 "cinquantini": in pratica circa 70mila veicoli complessivi. Si tratta di un dato importante, perché pone tutti i comuni dell'isola in una condizione di sovraffollamento di mezzi. Infatti, l'indice di motorizzazione generale, ovvero il rapporto veicoli/popolazione è superiore alla media nazionale ovunque. Si va da un minimo di 90,9 veicoli ogni 100 abitanti registrato a Barano d'Ischia ad un massimo di 113 rilevato a Casamicciola Terme. La media dell'isola è di 106,4, nettamente superiore a quella nazionale pari a 87,6. Tuttavia, se si sposta l'attenzione sulle sole autovetture il quadro cambia e in meglio. Con l'eccezione di Casamicciola, tutti gli altri comuni presentano un indice di motorizzazione inferiore a quello nazionale di 65,9. Dunque, a prima vista, il problema del sovraffollamento andrebbe ricercato altrove e più precisamente tra i mezzi a "due ruote". Si pensi che in Italia si contano 11,6 moto ogni 100 abitanti; nel comune di Napoli tale media sale a 15,3 per raggiungere il considerevole indice di 35,7 sull'intera isola d'Ischia (il top si registra a Forio con 39,7 motocicli ogni 100 abitanti). Certo i veicoli a due ruote sono l'ideale per districarsi nel traffico, parcheggiare con facilità ed affrontare più agevolmente vicoli e strade strette, a maggior ragione in luoghi dove le condizioni climatiche ne favoriscono l'uso per tutto l'anno. Ma è sufficiente questa motivazione per spiegare il boom delle due ruote motorizzate? Evidentemente no. Bisogna guardare anche altro, in particolare quegli escamotage messi in atto per arginare una serie di criticità, come, per esempio, i divieti di afflusso sull'isola per i non residenti e gli elevati costi dell'assicurazione obbligatoria. Molti campani, specialmente napoletani, tendono a dichiarare la loro residenza a Ischia, dove hanno le seconde case, non solo per essere liberi di circolarvi tutto l'anno, soprattutto d'estate, ma anche per godere di regimi tariffari della Rca generalmente più favorevoli sulle isole, rispetto alle province della "terraferma", conseguendo così un indubbio vantaggio economico. Figuriamoci poi in confronto a Napoli che è la capitale dei premi RCA più costosi d'Italia. A questo punto si potrebbe sospettare che il parco circolante sia esorbitante solo sulla carta, mentre nei fatti si tratterebbe di veicoli registrati ad Ischia ma usati altrove. In parte è così, ma la realtà dimostra che le condizioni del traffico ad Ischia, esclusi pochi mesi all'anno, quelli invernali, sono critiche e meritevoli di essere affrontate e risolte mediante una seria pianificazione intercomunale della mobilità, aperta anche alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie in termini sia di servizi che di alimentazione dei veicoli. L'ambiente circoscritto dell'isola, infatti, ben si presta per la sperimentazione di progetti di Maas (mobility as a service, ovvero mobilità come servizio), capaci di mettere in rete trasporto pubblico, car, moto e bike sharing (monopattini compresi), incentivando la transizione ecologica di taxi, motocarrozzette, noleggi con o senza conducente, bus pubblici, turistici e scolastici. Ischia, come le altre isole del Golfo, vive di turismo, ma il caos rischia di vanificare questa vocazione. Riuscire a realizzare, invece, un sistema di mobilità all'avanguardia, efficiente e a basso impatto ambientale sarebbe un motivo in più per venirla a visitare ed anche per viverci tutto l'anno.