La kermesse di moda, val bene una messa
Dolce&Gabbana val bene un tir che blocca il traffico della Riviera di Chiaia. Val bene anche qualche disagio prodotto agli abitanti delle aree, dal centro storico a Posillipo, dove sono state promosse sfilate, eventi o mostre. Chi trascura l’effetto volano della manifestazione per celebrare i trent’anni della coppia più famosa della moda italiana ed europea dimentica la forza che può avere un grande brand, se opportunamente veicolato dai mezzi di comunicazione virali offerti dalla telematica. È vero, ospitare grandi kermesse in una metropoli di “vichi e vicarielli”, si traduce anche in qualche limitazione della libertà. Per molti, in questi giorni, può risultare più conveniente spostarsi con i mezzi pubblici che con la propria auto, stante le difficoltà di parcheggio. Ed è vero che il servizio pubblico si è ridotto negli ultimi tempi, ma non al punto da essere inutilizzabile, come vorrebbe far intendere qualche opinionista, poco incline a lasciare il proprio veicolo anche in presenza di circostanze eccezionali. Ma, signori, vogliamo capire o no che la crescita economica richiede qualche sacrificio? Spirito collaborativo? Capacità di guardare al bicchiere mezzo pieno, piuttosto che lamentarsi a ogni ostacolo e difficoltà? Personalmente, sono tra coloro che benedicono il riavvicinamento tra Renzi e de Magistris, e chiedono al sindaco di utilizzare il nuovo mandato per rilanciare Napoli confrontandosi con gli altri livelli istituzionali, facendo valere le ragioni della città, convergendo alla fine sulle azioni da mettere in campo. Ma non credo assolutamente, come sembra accada a parecchi suoi oppositori, che il consenso elettorale recentemente riottenuto gli sia piovuto addosso. I suoi avversari non saranno stati dei giganti, ma di sicuro qualche merito lo avrà avuto anche lui! Napoli ha tantissimi problemi e moltissimo resta da fare per avvicinarla al ruolo che le compete come grande metropoli europea e del Mediterraneo. Cinque anni fa tuttavia, lo si voglia ammettere o meno, le cose stavano peggio. Poco prima dell’inizio dell’era De Magistris, l’immondizia, ogni ‘due e tre’, tornava a ‘riaffiorare’ nelle piazze. Una sorta di perenne dissuasore contro qualsiasi strategia di incoming, costretta in partenza alla resa dai cumuli di ‘monnezza’. Dolce&Gabbana non avrebbero mai potuto pensare, allora, di organizzare la loro kermesse partenopea. Forse si sarebbe evitato di turbare il sonno a qualcuno, ma, onestamente, non credo ne avrebbe guadagnato Napoli.