Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

La libertà di espressione, il linguaggio e la censura

Opinionista: 

Cari amici lettori, apprendo dai media che il ministro Franceschini ha lavorato anche a Pasquetta ed ha annunziato l’avvenuta abolizione della censura cinematografica. Sembrerebbe un piccolo passo indietro sulla strada dell’abolizione della libertà. Una novità che applicherebbe l’altrimenti obliato articolo 21,1’ comma, della Costituzione, che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Peccato che la censura servisse anche e soprattutto a frenare la pornografia, in conformità del sesto comma di quello stesso articolo ventuno, ove si legge: “Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume”. Voi sapete che oggi l’Italia, peggio che ai tempi dell’Alighieri, è un gran bordello. La mafia nigeriana gestisce in grande la prostituzione, la pedofilia è entrata nella nostra cultura non solo attraverso il web, i sessi si sono moltiplicati e così via dicendo. Questo, suppongo, dipende dal fatto che tutto questo lordume non confligge con il politicamente corretto. Il concetto di buon costume si è evoluto e, verosimilmente, coincide oggi proprio con quella nuova orrenda categoria. Facciamo un esempio: l’ostentazione di un rapporto omosessuale era un tempo contrario al buon costume, oggi al contrario scandalizzarsi per una tale ostentazione è cosa immorale da vietare. A questo, pare, serve quel progetto Zan e altri, che tanto sta a cuore a Letta e a tutti i dem. L’omofobia, per il nuovo buon costume, è equiparato alla blasfemia; ma non alla blasfemia cristiana, che è talmente lecita da divenire arte da esposizione, bensì a quella musulmana. Voi, amici lettori, avete di certo compreso esattamente cosa voglio dire. Non si tratta, però, del fondo. C’è di assai peggio e già accade. Il ventitré febbraio di quest’anno Claudio Messora ha denunziato quanto segue: “Nessuno può ormai negare che i tempi in cui stiamo scivolando prefigurano un futuro diverso, fatto di monopoli, oppressione, verità autorizzate, privazione della libertà e coercizione anche fisica. Chi sta dalla parte giusta, la parte del potere, la parte delle multinazionali, viene omaggiato con onorificenze e riconoscimenti. Chi ancora si illude di avere la libertà di pensare diversamente, di stare dalla parte dei cittadini, viene infangato, calpestato, ostacolato e infine cancellato. Dopo due settimane di sospensione assolutamente illegittime, da parte di Youtube, oggi all’improvviso anche a Byoblu è stata revocata la possibilità di fare pubblicità, e le migliaia di abbonati maturati nel tempo sono stati tutti sospesi unilateralmente. Cosa ci può essere di più illiberale, di più dispotico e di più tirannico di un potere privato, invisibile, che toglie i soldi ai cittadini per bene, rei di non pensarla come il sovrano?”. Il 30 marzo Byoblu è stato cancellato da You tube. In Parlamento il fatto è stato portato da Gianluigi Paragone con un’interpellanza; l’Agcom ha raccolto la denunzia di Messora e il caso sarà esaminato in maggio dal Tribunale di Milano. Byoblu era seguito da oltre mezzo milione di persone. La sua colpa era di riportare opinioni di scienziati e scene di pubbliche manifestazioni contro i vaccini anticovid. Vi rendete conto? Questo è il nuovo buon costume. A tutelarlo, fino a questo momento, non è lo Stato e nemmeno l’Unione Europea o l'Onu, ma quei signori della Silicon Valley, che gestiscono Amazon, Apple, Facebook, Google e tutte le altre grandi società del web. Quelle società che lo Stato australiano ha dovuto, dopo un breve conflitto, mettere a posto perché non rispettavano i diritti d’autore. Quelle società che hanno portato alla Casa Bianca l’attuale presidente e imposto il silenzio web a Donald Trump. Quelle società che oggi, se ancora non insidiano il trono di Dio Onnipotente, sono certamente al livello e dalla parte degli arcangeli ribelli. Dobbiamo difenderci. Dobbiamo difendere la nostra libertà, la nostra individualità, la nostra cultura. Cominciamo dalle cose piccole, dalla lingua. Noi sappiamo cos’è il buon costume: non vogliamo il politicamente corretto e tanto meno il politically correct. Vogliamo dire “Ciao” e non “Yi”, “ va bbuó” e non “o.k.”, “prigione dura” e non “lockdown”. Vogliamo la Commedia dantesca completa del nome di Maometto e la famiglia composta di padre, madre e figli (papà, mammà e ‘e criature). Vogliamo il rispetto per la nostra umanità e non l’adorazione del diverso. Sta per arrivare il momento che dovremo essere eroi e martiri su questa strada verso il Calvario. Forza e fede, dunque! In Germania preparano già le celle per chi dovesse rifiutare il vaccino. Non trasformate questo prodotto dell’industria farmacologica in un idolo, in un mostro, in un Moloc da adorare e gratificare con sacrifici umani. E, tanto per cominciare, cancellate dal vostro vocabolario la parola libertà, di cui avete finora abusato: le vostre parole appartengono a un'altra lingua, quella della torre di Babele!