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La strana ricerca della visibilità

Opinionista: 

È uno dei mantra della nostra società contemporanea. Si chiama ricerca della visibilità, voglia di mostrarsi, sempre e comunque, di fronte al mondo. Si gioca su numerose piattaforme. Attraverso, ovviamente, internet ed i vari social network, attraverso la tv e i suoi dibattiti, attraverso la pioggia dei messaggi sul cellulare che inondano costantemente le nostre giornate. Una nuova moda sbocciata al fiorire degli anni duemila che sembra non conoscere più limiti e confini. Tutti sono, ormai, alla disperata ricerca di visibilità. Gli opinionisti si sono trasformati in polemisti, i conduttori televisivi animano allegramente sfide da far west mentre qualsiasi personaggio pubblico è pronto a spendere cifre di un certo calibro pur di moltiplicare i suoi like, pur di centuplicare i suoi follower, pur di far capire al mondo che dietro di lui c’è un piccolo esercito di amici, iscritti, tifosi che attendono di capire il verbo dalle sue labbra. Un’autentica follia collettiva che non sappiamo verso quali derive ci porterà, una quotidiana immersione in un mondo virtuale dove il vero e il falso si confondono, dove ogni serio confine sfugge ad una serena valutazione, dove anche l’ inquilino della porta accanto mostra paradossalmente la sua voglia di manifestarsi. Un fenomeno assolutamente sconosciuto nel Novecento, dove al di là dell’assenza del web, al di là della limitatezza dei canali televisivi, molti amavano presenziare poco, manifestarsi meno, impostare la loro vita su quel low profil che rappresentava lo stigma di uno stile. Ricordo, tra i tanti, uno dei più potenti banchieri italiani, Enrico Cuccia, il re di Mediobanca. Mai un’intervista, mai una dichiarazione oltre le righe, mai un duello rusticano che ha interessato la stampa. Tutto si svolgeva silenziosamente nelle stanze del potere economico e finanziario del Paese con una passione che faceva sempre rima con discrezione. L’Italia procedeva con queste impronte sulla strada del suo sviluppo, senza alzare mai la voce, contrastando le altre forze finanziarie europee e mondiali sul fronte delle idee, dei numeri, con la dignità di una grande Nazione. Oggi, osservando come volano gli stracci sul fondo Salva Stati, sulla manovra economica, sul rapporto con l’Unione Europea si comprende il decadimento politico, economico e sociale del nostro Paese e si valuta distintamente come, ormai, dietro la modesta visibilità di qualcuno, ci sia il deteriorimento d’immagine dell’ intera penisola.