L’acqua, un bene comune ed essenziale: va difesa
Fin dalle prime pagine della Sacra Scrittura, l’acqua è l’elemento su cui lo Spirito Santo aleggia. Essa è realtà vivificante che rende possibile l’esistenza delle creature e delle cose. L’acqua è vita! In questo assunto è contenuta anche una verità filosofica. Risalendo a Talete, infatti, l’acqua è ciò che sta a fondo delle cose e ne costituisce il fondamento; essa è il Principio. L’acqua rappresenta oggetto di discussione importante e complessa che coinvolge molteplici aspetti: sociologia, economia, scienza, diritto, geopolitica e non escluderei, assolutamente, la morale. Rappresentando l’acqua bene comune ed essenziale, non esisterei a dire che l’accesso a questo bene e la sua fruibilità siano un vero e proprio diritto e, in tal senso, la questione molteplice intorno all’acqua si inscrive all’interno di un ancora più ampio paradigma che è quello della giustizia, andando ad infiltrarsi in un campo che vede protagoniste le categorie di privato: non può prevalere la concezione meramente mercantilistica fino ad arrivare alla privatizzazione dell’acqua; pubblico: la valenza pubblica dell’acqua permette di limitare speculazioni che la renderebbero difficilmente accessibile a tutti; comune: l’acqua è un bene collettivo avendo una destinazione universale. L’acqua, bene comune e diritto di tutti, è apparsa da sempre come una risorsa illimitata ed inesauribile, accessibile ed usufruibile, sempre e per tutti. Ma è sempre vero? Già da tempo assistiamo ad una vera e propria guerra dell’acqua che, ritengo, nasconde un conflitto ben più aspro e radicato: la guerra tra culture e popoli diversi. Popolazioni ricche e strutturate, come per esempio quelle occidentali, contro popoli affannati e poveri. Questa l’opposizione che vede al centro di questo squilibrio una sempre maggiore disparità tra richiesta e capacità e possibilità del sistema di infrastrutture di erogazione e diffusione. È chiaro ormai a tutti che lo sviluppo economico sempre più acceso porta con sé un aumento inevitabile non solo della domanda di acqua, ma più in generale dell’impatto sulla risorsa: quanto inquinamento produciamo, quanto suolo occupiamo, quanto deforestiamo? L’uomo sempre più produce interventi sul contesto naturale, con il falso intento di adattare sempre più il contesto ambientale ai propri interessi determinando, però, effetti complessi ma, per certi versi, profondamenti negativi se misurati in rapporto alle modificazioni ambientali che, pian piano, si batteranno contro l’uomo stesso. L’agire dell’uomo, di cui egli stesso è profondamente responsabile, e che certe volte si manifesta nella sua brutalità fa dimenticare che egli stesso dovrebbe essere il custode di un mondo prezioso. L’acqua è un bene e in quanto tale dovrebbe essere preservato e tutelato anche in rapporto alle prossime generazioni. È opportuno ricordare che Papa Francesco ha dedicato un’enciclica “Laudato si’” sulla cura del creato facendo netto riferimento all’importanza dell’acqua e alla necessità di invertire la tendenza che ci sta facendo incamminare verso questa grande guerra dell’acqua. Ogni persona ha diritto all’acqua potabile e sicura e anche quei paesi la cui legislazione non prevede che l’acqua sia un diritto umano devono attribuirle l’importanza che merita. Sono convinto che le politiche sociali devono porre al centro delle loro azioni governative la difesa del diritto all’acqua e, concretamente, bisogna impegnarsi a livello politico e giuridico affinchè sia garantito l’utilizzo di questa risorsa da cui dipende anche la sopravvivenza delle persone e del futuro stesso dell’umanità. Ho detto precedentemente che l’acqua è anche un problema morale e lo è nella misura in cui essa diventa oggetto di coscienza: educare al rispetto e alla cura dell’acqua è dovere morale anche per le generazioni che verranno. Prendersi cura dell’acqua significa, secondo la mia visione, attivare anche una cultura dell’incontro. Costruire ponti e dialogo tra i paesi tutti, impiegare governanti, politici, imprenditori, uomini di scienza e far convergere le proprie capacità verso un unico obiettivo, quello di avere l’acqua come diritto e il dovere di rispettarla, è saper convivere sulla terra per la terra tra uomini di ogni cultura, religione e colore. “Se dessimo l’acqua ai poveri, il mondo sarebbe meno povero”.