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Le “vecchie volpi” dc nelle liste “fai da te”

Opinionista: 

Gentile Direttore, mi sforzerò di non essere ripetitivo in merito ai tanti commenti sulle trascorse elezioni regionali. Non v’è dubbio che in genere il voto sia stato “drogato” dalla pandemia e dalla naturale paura collettiva che il Popolo esorcizza affidandosi al “San Gennaro” di turno (non me ne voglia il nostro vero e venerato Vescovo San Gennaro!) ben rappresentati dai Governatori uscenti. La ricerca dell’“uomo forte”, antica quanto la nascita dell’Umanità (Mosè che convince il suo Popolo a peregrinare per 40 anni nel deserto; Alessandro che spinge i suoi uomini, tra sacrifici inenarrabili, fino ai confini della Cina; Cesare, che fa attraversare il Rubicone ai suoi soldati, già provati e decimati dalla guerra gallica, sapendo che con quel gesto sarebbero, tutti, automaticamente diventati “nemici di Roma”; per non approfondire, poi, le distorsioni e tragedie legate alle varie dittature, nate, comunque, quasi sempre con il consenso iniziale dei Cittadini) è stata sempre una suggestione per i Popoli. Oggi, però, ho l’impressione che questa suggestione si sia trasformata in un’”ossessione”. E l’Italia ne è una sicura protagonista! Tanto per fare qualche esempio dei tempi nostri, cos’è la Lega senza Salvini? Niente, ad onta del successo personale (in una singola Regione!) del Governatore del Veneto Zaia. E cos’era (oggi, più in una versione molto ridotta con il neo-partito Italia Viva) il Pd di Renzi senza Matteo Renzi?: una lampada senza energia elettrica! E Forza Italia senza Silvio Berlusconi?: “Il resto di niente”, avrebbe detto lo scrittore Enzo Striano (e questa tornata elettorale lo ha dimostrato ampiamente con Forza Italia ridotta quasi ad un prefisso telefonico per l’oggettivo impedimento del Cavaliere a partecipare direttamente alla campagna elettorale!). Sino alla fine della cosiddetta “Prima Repubblica”, la Democrazia di cui meniamo vanto (illusione!) si esprimeva attraverso i vari leader dei partiti (ed erano diversi!); oggi, con la confusione creatasi dopo la tangentopoli “a senso unico” degli anni ’90 , il Popolo ha sempre di più sentito l’esigenza di affidarsi non solo all’”uomo che li potesse guidare”, ma, pericolosamente, all’”uomo che li potesse comandare”! All’uomo, cioè, che imponga le regole, le crei addirittura, adattandole ai bisogni del momento. E se c’è qualche ultimo “desaparecido” che le contesti, chiedendo un dibattito democratico, il “Potente di turno” bolla questa richiesta come un “lacciuolo” che vuole frenare “il progresso o il bene del Popolo stesso”, con ciò decretando l’addio alla vera opposizione, una volta l’autentico sale della Democrazia. Come dicevo in premessa, Direttore, la Campania, più che altre Regioni interessate al voto del 20 e 21 settembre, ha mostrato questi gravi limiti, legati alla nostra atavica storia, frutto di grandi personaggi illuminati dal senso, innato nell’uomo, della libertà, come Eleonora Pimentel Fonseca, l’eroina della Rivoluzione Napoletana, così ben descritta dallo scrittore citato, Enzo Striano, ma sempre affossati nella logica del “Popolino”, su cui i furbi Monarchi di un tempo fondavano la loro egemonia: “festa, farina, e forca”, e il Popolo era bell’e servito! Nel solco, quindi, di questa vera “pandemia” della Democrazia, in Campania si è verificato il classico “traboccare del vaso”. I candidati Governatori sono stati sette; a sostenere i diversi candidati in corsa ci sono state 26 liste , di cui 15 di appoggio al Governatore uscente De Luca (più della metà di tutti gli altri candidati!). Ancora non comprendo, però, perché lo stesso De Luca si sia fatto “trascinare” da un proliferare di liste e listine, nate chiaramente per “mettere il cappello” sul più che annunciato successo elettorale. I sondaggi lo davano così avanti, rispetto a Caldoro, che bastavano molti meno “convertiti” al “verbo” del vincitore, per restare in sella per altri cinque anni! Il risultato di tanto “ grasso che cola”? Il Consiglio regionale, per una legge elettorale distorta (non volli mai mettere la mia firma su questa legge, quando ero Capogruppo della forza politica più numerosa in Consiglio, Forza Italia), ha permesso che le liste e listarelle estemporanee facessero eleggere più consiglieri degli stessi partiti tradizionali e strutturati, come il Pd, l’I.V. o la stessa “Lista De Luca”, portando nel “Parlamentino” candidati che hanno ottenuto nemmeno la metà dei consensi di quelli dei partiti menzionati! Il Pd, in effetti, con questo meccanismo, pur essendo il primo partito in Campania con il 18% dei voti, dimezza la sua rappresentanza in Consiglio con 8 consiglieri eletti, rispetto ai 15 uscenti. De Luca ha pieno diritto di compiacersi, ma si è “circondato” da “vecchie volpi” democristiane annidate nelle liste “fai da te”! “ Un uomo solo al comando“, diceva Mario Ferretti nella radiocronaca del giro d’Italia del 1949, a proposito di Fausto Coppi. Così è in Campania, ad onta dei tanti richiedenti visibilità e posti in Giunta; il Governatore, infatti, già da tempo si è “blindato” in Consiglio, con il voto di fiducia che può essere chiesto praticamente per tutte le materie oggetto dell’approvazione consiliare. Le altre Regioni hanno pensato bene di affidare questo pericoloso strumento (per la Democrazia) solo per l’approvazione del bilancio, o, al massimo per l’imposizione di nuove tasse. Con lo spettro dello scioglimento del Consiglio regionale, se nell’arco dei 5 anni dovesse maturare un desiderio di “non fiducia” nei confronti del Governatore, chi consigliere volete trovare che faccia “harakiri” votando la sfiducia? “La sovranità appartiene al Popolo” recita l’art. 1 della Costituzione. L’augurio che faccio a me, ma soprattutto alle future generazioni, è quello che l’esercizio della sovranità non sia asservita al singolo al comando.